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Lo giuro, mi piacciono i conigli.
Anche quelli rosa e blu.
Anche quelli invisibili, quelli che vivono negli incubi.
Quello da cui diffido sono i ragazzini slavati con le magliette a righe, che si nascondono dietro le sigle che iniziano per “Nu”, quelli che la wave la portano in dancefloor ogni mese con le stesse canzoni “copia e incolla”.
Preferisco di gran lunga il cassico sudore da provincia americana, quello che nasce nei pub e muore nell’orizzonte che arde al sole. Preferisco il rock classico e la sincerità  di una slide-guitar, di una distorsione lucente e una voce roca ed alcoolica.
Preferisco gli Hold Steady, troppo americani per essere apprezzati fino in fondo nel vecchio continente. Ma poco importa, che il mio lettore si incendi pure alle loro melodie.

Quello che “Stay Positive” sputa fuori all’attacco di “Constructive Summer” è pura adrenalina: chitarre distorte, bassa fedeltà , note di piano suonate con ardore e anche un coro di voci che richiamano il frastuono dei Ramones. Ma non fraintendetemi, qui siamo dalle parti del southern rock più crudo, quello che dai Lucero passa per il canatutorato dei Counting Crows e approda ai Son Volt. Le melodie procedono di pari passo con le distorsioni, talvolta i brani si piegano al peso di arrangiaenti troppo corposi che affossano la linea vocale.

I primi episodi in scaletta potevano essere il preludio di un disco favoloso e che invece vive di alti e qualche basso, piccole involuzioni che impediscono la definita consacrazione del disco ad uno dei migliori ascoltati in questo ampio scorccio di 2008. Nel complesso ci si può comunque ritenere ampiamente soddisfatti, sia dal lato prevalentemente rock che da quello più incline alla facile melodia. Forse troppo distante da quello che la coolness del momento impone in quanto a suoni, ma se non fate parte di quella schiera di detrattori del rock a stelle e strisce qui avrete molto con cui divertirvi e sudare.
Viva gli Hold Steady.
Viva il coniglio rock’n’roll.