STAGES
MOVISTAR STAGE: RAGDOG, THE KOOKS, THE BREEDES, KINGS OF LEON, SEX PISTOLS, KAISER CHIEFS, LOS PLANETAS
WALKMAN STAGE: ANTONIA FONT, DORIAN, THE STRANGLERS, MOGWAI performing Mogwai Young Team, CSS, FOALS, TIGA
CONVERSE STAGE: PETE AND THE PIRATE, MYSTERY JETS, SHOUT OUT LOUDS, LOS CAMPESINOS!, BIFFY CLYRO, THE RAVEONETTES, LEILA, NEON NEON, REX THE DOG
LEVI’S STAGE: MISHIMA, PETER VAN POEHL, ROUGH TRADE DJS, GO MAG DJS, FACTO DELAFE Y LAS FLORES AZULES, MRDJ, THE REQUESTERS, AMABLE

A causa dello scellerato schedule orario, sabato 19 luglio ci troviamo di fronte a due possibilità : arrivare, con calma e a stomaco pieno, direttamente alle 21 per il live dei Kings Of Leon, evitando così di ritrovarci distrutti a fine serata come lo scorso anno, oppure sfidare gli “‘acciacchi dell’età ‘ e presentarci alle 18 per i Mystery Jets?
Senza bisogno di consulto alcuno, propendiamo per la prima ipotesi, che ci permette, prima di arrivare all’ora x, di compiere un robusto shopping musicale dal fido Revolver, di farci un riposino dopo pranzo e, non ultimo, di gustarci una cena a base di carne e pesce da “‘Qu Qu’ a Passeig de Gracia.
In realtà , oltre agli apprezzati Mystery Jets e, forse, alle Breeders, tutti gli altri gruppi del pomeriggio ci sono sembrati francamente bypassabili: i Kooks li abbiamo già  visti; gli Stranglers non ci interessano più di tanto, così come i pur divertenti Shout Out Louds, mentre meteore quali Los Campesinos! e Pete & The Pirates non li andremmo a vedere neanche se suonassero al bar sotto casa.

Arriviamo al Parc del Forum con una mezz’oretta d’anticipo sull’inizio del live dei KoL. L’impressione è che ci sia anche più gente del giorno precedente, segno che, evidentemente, la Sinnamon conosce meglio di noi il target del Summercase, composto soprattutto da giovani frequentatori di indie venue tipo il Razzmatazz dove, non a caso, i pezzi più ballati sono proprio quelli di bands dotate di immeso hype come la maggior parte di quelle in cartellone oggi.

I Kings of Leon arrivano sull’Escenario Movistar alle 21.15 precise, per un live che ““ “‘vecchie glorie’ brit a parte – sarà  nettamente il migliore del Festival. La Follwill family suona per un’oretta abbondante tutti i pezzi pregiati della loro discografia, attingendo, in modo eguale, a tutti e tre gli album finora pubblicati. Stupisce la composta professionalità  del gruppo, che ci saremmo aspettati molto più “‘selvaggio’ e che invece suona attendendosi ““ in stile Interpol per intenderci ““ meticolosamente alle versioni originali dei pezzi. Che, dal vivo, sono semplicemente strepitosi, potenti, autenticamente rock. Un pò come per gli Arcade Fire lo scorso anno, anche per loro c’è poco altro da aggiungere: concerto perfetto per uno dei (pochi) gruppi simbolo del Rock anni 2000.

Subito dopo i KoL, ci spostiamo verso ill Walkman Stage, per assistere allo show dei Mogwai, che portano in tour il loro classico “Young Team”.
Portabandiera di un genere che visse i suoi anni di gloria dieci anni fa per poi esaurirsi ben presto in anacronistici giochi di stile, ed inseriti in una giornata già  non esaltate in termini di nomi, vi confessiamo di aver indicato nel gruppo scozzese l’ulteriore possibile delusione di questo Summercase ben prima di vederli all’opera.
Assiepati su spalti lentamente sempre meno gremiti – prova del fatto di non essere stati i soli a dargli credito -, veniamo di fatto smentiti da un’esibizione praticamente perfetta.
Debordanti nelle sfuriate chitarristiche, emozionanti nei dilatati intrecci tra piano, arpeggi e soffice drumming, i cinque di Glasgow sciorinano un live che sarebbe ingiusto definire per soli affezionati.
“CODY”, con i suoi repentini cambi umorali e crescendi di feedback, e “R U Still In 2 It” pacifica nenia post-rock impreziosita dal lamento “alcolico” di Aidan Moffat (Arab Strap), ennesimo illustre featuring di questo Summercase, sono tra le parentesi che maggiormente rimarcano le nostre avventate valutazioni “pre-concerto”.

Alle 23.30 decidiamo di dirigerci verso la press-area, seguendo il flusso di gente che con maggior intensità  abbandona il Walkman Stage. Comodamente seduti sulle poltrone sistemate nel punto più alto e ventilato di tutto il Parc del Forum, abbiamo tutta la possibilità  di lanciare un’occhiata “senza impegno” all’imminente concerto dei Sex Pistols. Che dire del loro live? Già  il fatto che ai Pistols abbiamo sempre preferito i PIL non costituisce un punto a loro favore, ma sfido chiunque a non rendersi conto che questi continuano a trascinare negli anni il loro vetusto repertorio punk solo per onorare il Dio denaro. Ovvio che Johnny Rotten sul palco ci sa stare ma, come detto nel report precedente, perfino i Blondie han fatto una figura migliore di questa band di ex-ribelli con poca voglia di lavorare. A questo punto, se proprio Rotten non ha intenzione di rimboccarsi le maniche per guadagnarsi da vivere, sarebbe meglio che pensasse ad una reunion dei PIL, certamente più stimolante di questa ennesima “‘grande truffa’ perpetrata nei confronti del pubblico.
Annoiati e affamati, a metà  concerto decidiamo di andare a “‘cena’, dando stavolta fiducia agli stand interni al Festival. Qui scopriamo in quanto a truffe, i gestori dei vari stand non sono secondi neppure ai Sex Pistols: per 9 euro 9 mangiamo 3 schifosi pezzi di pizza conditi da quella che, secondo loro, sarebbe dovuta essere mozzarella. Oltre al cibo pessimo e carissimo, impossibile non ricordare le performance degli addetti al bancone, incapaci di parlare qualunque lingua e molto simili a coloro che, qui da noi, vengono affidati ai lavori socialmente utili vista la propria incapacità  di intendere e di volere.

Da mezzanotte e mezza alla fine del Festival l’unico concerto che davvero ci interessa è quello di Neon Neon, schedulato alle 2.05 sul palco della Converse. Con grande tranquillità  decidiamo di fare un salto nei pressi del Walkman Stage, dove le Css hanno appena iniziato a suonare. Le avevamo già  viste a Roma un paio di anni fa, e se musicalmente ci erano parsi poca cosa fin da allora, eravamo comunque rimasti colpiti dalla coinvolgente vivacità  di Lovefoxx, azzeccata interprete di un electropop colorato, autoironico e senza troppe pretese. Stavolta le cose sono andate molto peggio sotto tutti i punti di vista: i pezzi ““ vecchi e nuovi ““ sono sembrati anacronistici e fiacchi, statici e fuori tempo massimo, mentre a Lovefoxx non è bastato indossare i soliti capi luccicanti per fare decollare un concerto che, a conti fatti, ci è sembrato il peggiore dell’intero festival.

Senza disperarci troppo, ci andiamo a prendere una birra in zona Converse Stage. Ad accoglierci è un vero casino della madonna, che scopriamo provenire dai laptop di Leila, neo acquisto di casa Warp appena uscita con un disco pieno di featuring interessanti, molti dei quali presenti sul palco stasera. Considerate però che se i pezzi cantanti stile primi Portishead erano (forse) proponibili anche a questo tipo di pubblico, le cose più sperimentali (alla Mira Calix) sono stati tremendamente fuori luogo, anche per chi ama la musica della Warp come che scrive.
Vista la situazione, ci allontaniamo dal palco per riposarci un po’ sulle panchine posizionate nel viale che unisce il Walkman con il Converse Stage. Qui assistiamo alla performance strepitosa di un tizio spagnolo ubriaco che riesce a salire senza sforzo fino in cima ad un muro di circa 9 metri. Non chiedeteci come ha fatto, ma l’ha fatto. Poi però, per scendere, invece che girarsi semplicemente dalla parte opposta, che dava sul viale superiore, e tornare dove eravamo noi, il folle decide di buttarsi giù dal muro, con l’effetto di uno che cade da uno scooter a 60 Km orari. Incredibile, ancora stiamo rimpiangendo di non averlo filmato.

Tra discussioni inutili e banali del tipo “‘quanto stanno avanti all’estero’, arriva finalmente l’ora dei Neon Neon.
Presenziare a questo live-act, per noi indomabili “britti” è sembrato l’ennesimo atto dovuto. La girandola di emozioni e ricordi aperta il primo giorno con due quarti degli Stone Roses, i Verve e i Primal Scream , trovava la sua ideale conclusione con un altro “eroe” della nostra giovinezza : Mr Gruff Rhys, leader dei mitici Super Furry Animals, al Summercase per presentare il suo ennesimo side-project. I restanti bunnies, francamente, non potevano fallire.
Di fronte ad una platea non folta ma piacevolmente coinvolta, Rhys e Boom Bip, dj losangelino metà  esatta del progetto, saccheggiano il debutto “Stainless Style”, proponendo un elettro-pop disimpegnato e danzereccio. La performance , già  di per se godibile, si arricchisce di ulteriore interesse al comparire dell’immancabile ospite, tale Har Man Superstar, assurdo personaggio dagli atteggiamenti goffamente glam, che casualmente avevamo già  incontrato anni fa come opening act degli Strokes impegnati in trasferta romana.
Decisamente sovrappeso e al limite della calvizie, il tizio vestito con i soli pantaloni, irrompe con un tamarissimo rap (“Trick For Treat”, rappata da Spank Rock su disco), cominciando fin da subito a saltare da una parte all’altra del palco come un ossesso manco fosse Iggy Pop, tra le risate del pubblico e dello stesso Gruff.
Anche per questo inaspettato fuori programma ma soprattutto per la facilità  con cui i Neon Neon ci fanno agitare i culi nonostante l’ora tarda (“Raquel” e “I Lust U” sono singoli che spaccano davvero”…) possiamo dire che l’accoppiata americano-gallese ci ha regalato una delle performance più divertenti di questo Summercase.

Agitare i culi si, ma sono sempre le 3 di notte del secondo giorno di un Festival e la stanchezza dovrebbe farsi sentire un po’ per tutti. Il fatto che noi ci limitassimo a movimenti danzanti piuttosto moderati e che il resto del pubblico assiepato nelle prime file si dimenasse in modo incredibilmente eccitato, qualche sospetto ce l’ha fatto venire. Il tutto verrà  spiegato da lì a poco, allorchè un simpatico scavezzacollo chiederà  una sigaretta al sottoscritto: occhi a palla, mascella che smascella, ringraziamenti per la “‘bionda’ in modo quasi commosso. Appena scroccata la sigaretta, l’amico iberico estrae una bella pasticca e la divide col suo compagno; nel contempo notiamo che il gruppo di ragazze inglesi vicino a noi, oltre agli ecstatici piaceri appena detti, sostituisce la red bull con una sterminata serie di botte di coca, per l’occasione acchittate sul dorso della mano. In breve, le prime due file del Converse Stage si trasformano nella terrazza dello Space di Ibiza, con tutti i presenti in condizioni anfetaminicamente pietose.
Purtroppo per loro, il live di Neon Neon volgerà  al termine poco dopo, lasciando i giovinastri a secco di allucinate onde sonore da poter cavalcare. In un moto di compassione, saremmo stati quasi tentati da offrirgli le cuffie di un i-pod pur di soddisfare le loro esigenze, ma la vita è anche questo e quindi gli toccherà  aspettare, in piena botta, ancora una mezz’oretta per poter tornare a viaggiare con il dj set di Tiga, in programma al Walkman Stage.
A noi ““ diciamolo, solo il sottoscritto e Axel hanno resistito fino alla fine – di Tiga non frega nulla, per cui ci avviamo, sfiniti, verso l’uscita.
Arrivederci, Barcellona. L’anno prossimo ci rivedremo, sempre qui al Parc del Forum. Se questo avverrà  a fine maggio per il Primavera Sound o, per il terzo anno consecutivo, ancora per il Summercase, lo decideranno le rispettive line-up.
Tuttavia l’attesa non sarà  febbrile: a metà  agosto ci attendono gli ameni scenari montani del Frequency Festival austriaco, con R.E.M., Charlatans, Manic Street Preachers, Hives, Tricky, Iron & Wine e molti, molti altri.
So Stay Tuned for the new report”…

Link:

  • SUMMERCASE Official Site

  • SUMMERCASE MySpace

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Video della serata: