STAGES
RACE STAGE: ABSENTEE, YEAR LONG DISASTER, JULIA, THE SUBWAYS, KAIZERS ORCHESTRA, DROPKICK MURPHYS, THE KILLERS
GREEN STAGE: JESUS CHRIST SMOKES HOLY GASOLINE, ITCHY POOPZKID, GET WELL SOON, THRICE, ALKALINE TRIO, DANKO JONES, MADSEN, JUSTICE, TRICKY
WEEKENDER UK STAGE: THE LINES, THE LEA SHORES, RED LIGHT COMPANY, THE ROCKS, EIGHT LEGS
ELEKTRO TENT: SNITCHBROS., BODY & SOUL, PENDULUM DJ SET & MC JAKES, CAMO & KROOKED
OPEN STAGE CONTEST:THE NOREGRETS, THE DEAD CLASS, REVOLVING DOOR, SCHEIN, THE GOGETS

Lo avevo detto in tempi non sospetti, certo della sua impossibile presenza in troppi concerti consecutivi. Prima o poi doveva tornare a fare il divo, il maudit, la rockstar e, in breve, lo stronzo.
Nessuno stupore quindi quando vediamo appiccicato sul muro del prefabbricato da cui avevamo ritirato gli accrediti, posto all’ingresso del parcheggio, un foglio con scritto “Babyshambles annullati”, seguito da un dileggiatorio “Pete, where are you?”.
Non che ci interessasse troppo vedere i Babyshambles dal vivo. Il meglio della coppia Barat/Doherty lo avevamo già  colto parecchi anni fa, durante il concerto romano che i Libertines tennero prima dell’uscita di “Up The Bracket” (quello sì un grande disco). Pazienza, almeno oggi non piove e, se non altro, la cancellazione degli Shambles permette di anticipare il live dei Killers, che sarebbe dovuto cominciare 20 minuti di prima del nostro concerto del giorno, quello di Tricky sul Green Stage.
Arrivati nella Vip Area, le nostre amiche austriache ci confessano di essere a loro volta amiche del signor Doherty ““ del quale ci mostrano diverse foto fatte con lui nonchè il suo numero di cellulare -, sostenendo che il resto della band si trova qui al Salzburgring mentre il dementoide Pete ha dato forfait perchè non ha fatto in tempo a prendere l’aereo”…
Il programma del sabato è piuttosto debole, a giochi fatti diremmo quello meno interessante della tre giorni. Oltre i Killers, headliner della giornata, ci sono i Justice, i Dropkick Murphys, il già  menzionato Tricky e The Subways, che però terminano di suonare poco prima del nostro arrivo.

In un soddisfatto relax, dopo due giorni di grande musica, ne approfittiamo per intrattenerci rilassati nella Vip Area, utilissima per i momenti di “buco” e per i concerti a cui non si tiene particolarmente.
Iniziamo a cenare poco dopo l’inizio del concerto dei Dropkick Murphys, band americana fondamentale per il suono punk/Oi! tanto amato dagli skinhead, di destra e di sinistra. Rispetto per il gruppo, ma onestamente non è nè il nostro genere nè quello delle nostre sodali, per cui prestiamo la minor attenzione possibile al loro concerto concentrandoci sulla succulenta cena e facendo scandalose illazioni sul rapporto tra Doherty e le amiche di cui sopra.

Dopo cena quale miglior modo di sgranchirsi le gambe del live dei Justice? Sempre più versione AC/DC dei Daft Punk, i due francesini dal vivo continuano a spaccare di brutto, coadiuvati da una scenografia tamarrissima a base di fumo, croci illuminate, bassi grassi e synth pesantissimi. Essendo il pubblico formato in gran parte da teenager ubriachi, l’effetto di pezzi come “D.A.N.C.E.” e l’arcinoto remix per Simian Mobile Disco “We Are Your Friends” è superanfetaminico e il Green Stage si ritrova a ballare per un’oretta buona compatto e fomentato. C’è da dire però che per noi la “‘dance’ (senza punti) da ballare di gusto anche senza un alto tasso alcolico è ben altra. Così dopo una mezz’oretta di Justice torniamo verso il Main Stage, in attesa dei Killers, band sfacciatamente pompata di cui apprezziamo unicamente gli ottimi singoli del primo album “Hot Fuss”.
Immersi nella natura del Salzburgring, sul palco i Killers allestiscono a loro volta uno meta-scenario pseudo-bucolico, con vasi di fiori, fine piante e animaletti di pezza. Il concerto si rivela piacevole giusto per i pezzi di cui sopra (“Smile Like You Mean It”, “Bones” e “Mr. Brightside” restano canzoni con la C maiuscola) che pure dal vivo patiscono profondamente la mancanza di effetti, viceversa molto presenti su disco. Per il resto il live scorre piuttosto piatto (a causa della dimensione live e dell’assenza di effetti, spesso sembra di sentire lo stesso pezzo all’infinito), anche se il giovanissimo pubblico appare entusiasta e tributa ai nostri ovazioni da stadio. De Gustibus.
Sul concerto dei Killers comunque aleggia ancora oggi un misterioso quesito: perchè la regia non ha mai inquadrato Brendan Flowers? Forse per via del suo ridicolo e svolazzante abito? Chi sa, parli, “‘che l’indie polemica sterile è il pane quotidiano di Ifb.
Archiviata la pratica Killers, siamo di nuovo al Green Stage per il live di Tricky, altro grande eroe dei sottoscritti che usano tuttora “Maxinquaye” e “Nearly God” a mo’ di effige devozionale quando si parla di capolavori from the 90’s.

Nell’ultimo “Knowle West Boy” , Adrian Thaws alias Tricky torna sul luogo del misfatto fin dal titolo: Knowle West è il quartiere di Bristol in cui è nato e anche i suoni del disco riportano alla dimensione del primo Tricky, sospesa tra lacerazioni rock, nuvole di crack soul e mantra hip hop.
Se l’album (recensito altrove su Ifb) a nostro avviso funziona per ¾ , impantanandosi in noiose dilatazioni dub nei restanti pezzi, il live di Trickyè esattamente quello che ti aspetti da Tricky: sofferto, drogatissimo, scuro, mistico, tormentato, solfureo, rock, fumoso, maledetto e sublime. Un palco scarno e pochissime luci (impossibile scattare foto decenti anche ad un metro dal palco) accolgono prima la band, poi la cantante torinese Veronica Cassolo e infine il demone di Bristol, che per il primo pezzo ““ e per buona parte del concerto ““ resterà  girato verso il batterista a fumare una canna dopo l’altra. Dopo la rotolante “Black Steel”, Tricky si gira, prende il microfono e, in modo del tutto inaspettato, inizia a cantare e a muoversi come fosse posseduto da chissà  quale diavolo lisergico, fino al punto in cui si “strappa” via di dosso giacca, felpa e canottiera e rimane a cantare a torso nudo nel gelo artico del Green Stage. Poche parole per i (pochi) presenti, che però riescono ad entrare estasiati nel trip trickiano, fatto di lunghissime versioni di vecchi pezzi in cui si rivolge a Dio in una disperata invocazione mistica e di potenti instant-crossover classic come il singolo “Council Estate”. A metà  live, i vostri cronisti si guardano in faccia sbigottiti senza dire una parola, entrambi increduli di ritrovarsi nel bel mezzo di una performance incredibilmente rara per chi ascolta prevalentemente musica rock. Continueremo a non dirci nulla fino alla fine del concerto e oltre, non ce n’è alcun bisogno: in questa edizione del Frequency, per entrambi il live a cui abbiamo assistito è secondo solo alla performance delle superstar R.E.M. Onore e gloria eterna al vero Re di Bristol.
E’ l’una e mezza quando decidiamo di salutare il Salzburgring e dirigerci verso casa. Il giorno successivo ci attende un viaggio di ritorno di 980 km. Lo compiremo senza batter ciglio col sorriso sulle labbra, felici per aver partecipato ad un Festival che, di questo passo, nel giro di qualche anno rischia di diventare il migliore dell’Europa Continentale.

thanx to Julia Hagmair (FM Service) e Bruno De Rivo (Radio Tandem, IndieBar, IndieForBunnies)

Link:

  • FM4 FREQUENCY FESTIVAL Official Site

Video from the NITE: