Quando scrivi per una blogzine ti passano sotto mano un sacco di dischi, molti dei quali di artisti che non conoscevi prima. Una bella cosa che nasconde un rovescio della medaglia: troppi album tutti uguali seppur carini, per i quali risulta sempre più difficile scrivere qualcosa di diverso.
Poi ci pensano artisti come Andrew Bird a donare nuova linfa vitale alla scrittura, riaccendendo quelle fiammella quasi spenta a causa di una, seppur piacevole, monotonia. Ciò che emerge nella musica del cantautore statunitense è un fantasioso approccio a briglia sciolta nella composizione, comunque classica per impostazione struttura dei brani.

Il Nostro è capace di trasformare un semplice disco di folk pop in un’esperienza originale, sottilmente mutaforme ed appagante. Lasciate da parte le partiture elettriche del precedente “Armchair Apocrypha”, sembra di essere tornati nei territori acustici tout-court di quello che probabilmente è ad oggi il suo disco migliore: “The Mysterious Production Of Eggs”. E’ sempre suggestivo ascoltarlo cantare di sociopatici con quel piglio scanzonato e quasi divertito (“Oh No”) che non è figlio dell’attitudine fricchettona ad oltranza che va tanto di moda. Incuriosce ascoltare una canzone che parla di anemoni di mare (“Anonanimal”) , ma tutto il disco mette in scena una serie di curiose figure e bizzarri paralleli tra la realtà  dell’umana natura e un pronunciato respiro surreale.

L’immancabile violino si accompagna ad una strumentazione acustica e a quei piccoli particolari, come l’handclap e il ricorso al fischiettare certe melodie, che conferiscono alle canzoni un’aria spesso scanzonata. Quando le atmosfere si fanno più serie non cade nella trappola del solenne barocchismo e dello struggimento infinito, perchè Bird, pur non avendo un approccio innovativo alla musica, preferisce lambire le cose, non arrivandone mai al cuore, girandoci intorno e cingendole come in distaccato abbraccio. Certo, la sostanza non manca, ma qui è più una questione di stile e lui ne ha tanto. Un disco di gran classe, come era lecito aspettarsi. Certi artisti difficilmente tradiscono le attese.

Cover Album
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Noble Beast [ Fat Possum/Bella Union – 2009 ]
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Similar Artist: Paul Simon, M. Ward, Sufjan Stevens
Rating:
1. Oh No
2. Masterswarm
3. Fitz And The Dizzyspells
4. Effigy
5. Tenuousness
6. Nomenclature
7. Ouo
8. Not A Robot, But A Ghost
9. Unfolding Fans
10. Anonanimal
11. Natural Disaster
12. The Privateers
13. Souverian
14. On Ho!