Nel mio giorno perfetto scorgo solamente me stesso affogato in un latte caldo e nero. Nel mio giro niente funziona come dovrebbe. Se fosse tutto a posto starei dondolando su di un’amaca sorseggiando margarita. Invece rantolo disteso sul pavimento gelato della mia stanza ad ascoltare incubi caramellati.
Cola così melassa densa ed ottundente tra le visioni sgranate di Dan Boeckner e della sua dolce metà , Alexei Perry. Lo sferragliare dissonante della chitarra del leader dei Wolf Parade traccia l’ipotenusa che chiude il triangolo tra le sferzate pungenti della sua voce sgraziata ed i tappeti elettronici rassettati per l’occasione dalla Perry, scrittrice prestata al sacro fuoco del rock’n’roll.
In un orizzonte che promette angoscia e temporali, l’idea di frullare quanto di meglio sia girato su sintetizzatori e drum machines, dagli anni ’80 in poi, appare vincente; la doppia passata di vernice data da sensibilità moderne e ritmi sincopati rende “Face Control” un frutto succoso da addentare, una carezza che asciuga fronti scottate da deliri febbricosi. Durante l’ascolto di tutte le dodici tracce fa capolino un vento fresco e rigenerante, che lava umori shoegaze imbrillantati da emotività vocali mai artefatte.
La calda tattilità delle trame imbastite dagli Handsome Furs avvampa fra le nervature di sogni sciolti in acido, si mescola con la lucida follia di una notte alcolica bruciata tra luci stroboscopiche e martini dry bevuti senza nessun gusto. Ogni dettaglio diventa à ncora di salvezza, i fendenti chitarristici prim’ancora dell’ugola disperata e folle di Boekner.
L’eco di Depeche Mode, Cure e New Order ““ questi ultimi citati in “All We Want, Baby, Is Everything”, che riprende frammenti di “Transmission” ““ non spoglia di originalità un album intrigante, composto da ottime canzoni, capace di stuzzicare al contempo piste da ballo ed amanti del rock declinato con accento canadese.
Prima che l’alba torni a rischiarare fastidiosamente la notte a lungo agognata, lasciamoci allora tramortire ancora una volta da piroette melodiche accese come faville profetiche.

MySpace
2. Evangeline
3. Talking Hotel Arbat Blues
4. (Passport Kontrol)
5. All We Want, Baby, Is Everything
6. I’m Confused
7. (White City)
8. Nyet Spasiba
9. Officer of Hearts
10. (It’s Not Me, It’s You)
11. Thy Will Be Done
12. Radio Kaliningrad
HANDSOME FURS su IndieForBunnies
Recensione “PLAGUE PARK”
Intervista con HANDSOME FURS