Breakestra
Dusk Till Dawn

Il Funk è vivo e lotta insieme a noi. Questa la dichiarazione espressa a chiare lettere da Miles Tackett ed i suoi sodali, che con il collettivo Breakestra dal 1997 in poi, porta avanti la tradizione del funk classico targato 1971 nonchè la gloriosa stagione dell’hip hop degli eighties, in una miscela esplosiva di suoni e ritmi frenetici, ringhianti e festosi: vera e propria bomba ad orologeria black.

Il disco esce per la benemerita Strut ““ Dio la benedica, perchè foriera e fautrice, insieme alla Stones Throw, di talenti black vecchi e nuovi, spesso riuniti in collaborazioni da cardiopalma (si prenda il disco di Mulatu Astatkè con gli Heliocentric o la collaborazione tra Jimy Tenor e Tony Allen su tutte) ““ che mantiene ciò che promette, ancora una volta.

Si parte con “Need a Little Love”, irresistibile crocevia tra James Brown e Curtis Mayfield, con irresistibili vamps chitarristici ed essenziali contrappunti di fiati; una “Dark Clouds Rain Soul” tra Gil Scott Heron e, ancora una volta, James Brown, (difatti il Godfather risulta il più saccheggiato e non potrebbe essere altrimenti), o una “Come on Over”, con la partecipazione della cantante Afrodyete, che sembra uscita da un disco di Sharon Jones.

Ma ci sono anche momenti più psichedelici e densamente chitarristici, degni dei migliori Black Merda o gli immensi Funkadelic di George Clinton (“Show You the Way”), nonchè l’ennesimo tributo alla tradizione Mc ed Hip Hop con “Posed to Be” che vede la partecipazione di Chali 2NA & Dj Dusk, forse l’unico episodio veramente debole del lotto. Ad arricchire l’eccitante e festoso programma ci sono anche tre preziosi strumentali: “Me & Michelle” e “North East to Nippon” degne di Booker T & the Mg’s, nonchè una “You’ll Never Know” in odore di Crusaders a suggellare l’ennesima conferma di questo mirabile ensemble. Una vera bomba funk che vi inebrierà  e vi farà  ballare. Get Funky!

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