E’ andata più o meno così: il giovane Alan Palomo, ventun’anni, nato in Messico, residente oggi ad Austin, Texas, aveva in mente di passare un piacevole pomeriggio lisergico in compagnia della sua amica, e visual-artist, Alicia Scardetta. Qualcosa però dev’essere andato storto e l’appuntamento è saltato. A quel punto Alan, che è evidentemente un ragazzo educato e sensibile, ha pensato di scusarsi scrivendo una canzone piena di elettronica lo-fi e tinta di rimpianto. “Should Have Taken Acid With You” doveva essere poco più che un gesto carino ed estemporaneo da spedire a un’amica e invece, anche grazie all’incoraggiamento di Alicia, è diventato il primo passo del progetto Neon Indian che ora, dopo una manciata di buoni remix, arriva al traguardo dell’album d’esordio.

Va aggiunto che Alan Palomo non è esattamente alle prime armi: vanta la propria partecipazione nella breve esperienza dei Ghosthustler, ma soprattutto è già  titolare di un altro progetto a nome VEGA. A saperlo diventa più semplice inquadrare la questione. Da un lato c’è VEGA, nome dietro cui si cela una produzione a base di synth-pop ed echi Italo disco, dall’altro spunta adesso Neon Indian, la faccia più sfuocata e meno pulita della scrittura di Palomo. Suoni che richiamano immediatamente certi toni a bassa fedeltà  degli anni ’80, videocassette consumate e vecchie console per videogame (pare che Alan fosse più sul fronte Sega che dalla parte del Nintendo). Il tutto avvolto da una pesante nebbia di psichedelia sintetica fatta di riverberi incessanti e distorsioni. Difficile riuscire a percepire un suono definito, difficile riusce a distinguere i diversi strati nella nube fitta e costante di note storte e voci opache.

Con premesse del genere il rischio è quello di creare musica che magari può essere anche riconosciuta interessante, per le atmosfere che evoca, per il modo in cui i suoni sono elaborati e accatastati uno sopra l’altro, ma che in definitiva si rivela troppo indistinta per provare a lasciare il segno. “Psychic Chasm” risolve il problema scavando nel cuore delle singole canzoni per estrarne ogni volta una chiave melodica capace di catturare l’ascolto e legare attorno a sè tutte le trovate sonore che Alan Palomo riesce ad estrarre dal consunto cilindro.

“Should Have Taken Acid With You” è la perfetta esemplificazione di questa linea: suoni ovattati e opachi ma anche una melodia facile e immediata, intrisa di malinconia luccicante. Ma è solo l’inizio: “Psychic Chasm” procede su questa linea, complicando di volta in vola le cose, spostando di posto gli elementi, giocando con i timbri e con le atmosfere. Il robotico riff ripetitivo di “Mind, Drips”, avvolto dagli echi di una ritmica in tutto e per tutto anni ’80, i tocchi di sintetizzatore di “Terminally Chill” che fanno pensare a degli MGMT a colori sgranati, le distorsioni electro di “Ephemeral Artery” come dei Justice al rallentatore. E il piccolo gioiello sporco “Deadbeat Summer”: il momento in cui tutto quanto Neon Indian prova a rappresentare trova il proprio equilibrio.

La visione psicotica dei Boards Of Canada e il senso leggero del ritmo degli Air France saldati da una linea elementare di sintetizzatore e da qualche parola difficilmente distinguibile. Coperta, insieme al resto, dal riverbero di una vecchia vacanza al mare filmata in super8 e rivista oggi, con il cielo grigio fuori e il riscaldamento acceso al massimo.