Supergroup! Ecco la parola chiave per descrivere il nuovo progetto dei Black Lips che, assieme a King Khan & BBQ Show (aka Mark Sultan), hanno dato vita a queste 11 sporche, rozze, impolverate e, ‘as usual’, alcooliche tracce. Questa fusione dei due gruppi, molto affini tra loro, con un comune senso del vintage rock n’roll e del garage predisposto alle contaminazioni più fiche dei 50’/60′ , non è nato a tavolino, ma quasi per caso. Che splendida fiaba da raccontare attorno al focolare ai futuri nipotini hanno i 4 di Atlanta.

Prendendoli sulle ginocchia stanche e rovinate da anni di twist e droghe gli racconteranno di quando sono dovuti scappare dall’India di corsa dopo avere esposto le loro zone ‘private’ nel bel mezzo di un concerto, uno come tanti. Se non fosse che la polizia, e soprattutto il rigoroso senso della decenza che governa da quelle parti, non l’ha presa bene. E così di fretta e furia, per evitare spiacevoli inconvenienti quali arresto e ritiro di passaporto, i BL hanno dovuto chiedere ai loro amici residenti in Berlino di essere ospitati per qualche giorno prima di continuare con le date programmate in Europa. E in 8 giorni, sarà  un caso, registrano e mixano l’album dando vita all’omonimo gruppo che ha un qualcosa di sacrale. Di fatti l’anima del gospel è onnipresente sotto le tuniche che li avvolgono nelle (rare) occasioni in cui si esibiscono dal vivo. Le celebrazioni si aprono con le mani al cielo di “All My Loving” con King Khan che dirige il coro, qualcuno qui potrebbe anche vedere la luce! “The Ghost With the Most” è rozza, è garage, è beat, è perseguitata da un riff tagliente che chiude ogni frase della strofa.

Ma il bello arriva con il rhythm and Blues di “Bow Down and Die” sicuramente una delle migliori tracce del disco, semplice successione di 5 accordi, che non ti stancheresti mai di ascoltare. La vena irriverente del superguppo viene fuori prima nella dolce ballata per il kamikaze di “Jihad Blues” e poi nella confusione non-sense delle due mini (1 minuto e mezzo) tracce successive, versacci e ululati country-punk. Nascosta in mezzo a tutto questa baraonda c’è anche una cover funk dei Mighty Hannibal, “I’m Coming Home”. Uno dei passaggi meno fortunati di questo lavoro è purtroppo “Cone of Light”. Assolutamente non per la canzone in sè, ma più che altro per il fatto che la splendida voce di Mark Sultan, che ricorda Sam Cooke in questo episodio, è accidentalmente rovinata dal frettoloso lavoro di missaggio e masterizzazione, in quanto sovrastata per buona parte del brano dai volumi di percussioni e noise vari.

Insomma un ottimo album, strepitoso se si pensa al brevissimo lasso di tempo in cui è stato pensato, scritto e partorito e si è disposti ad accettare tutti i pro ed i contro, senza domandarsi: e se avessero avuto più tempo? .

Cover Album

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The Almighty Defenders
[ Vice – 2009 ]
Similar Artist: The Sonics, Chuck Berry, James Brown
Rating:
1. All My Loving
2. The Ghost With the Most
3. Bow Down and Die
4. Cone of Light
5. Jihad Blues
6. 30 Seconds Air Blast
7. Death Cult Soup n’ Salad
8. I’m Coming Home
9. Over the Horizon
10. She Came Before Me
11. The Great Defender