La prima cosa che mi viene da dire ascoltando la doppia uscita della Light In The Attic, è che trasuda erotismo, animalità  e scorie radioattive di films blaxploitation di second’ordine.
Betty Davis è una macchina da sesso, un’interprete magistrale virata black di ogni pulsione primitiva conosciuta, un media che spande ovunque il suo funky acido e urticante per strizzarti le budella. Ed arrivare poi, pian piano, alle palle.
D’altronde per chi e’ stata sposata con un certo Miles Davis, ridicolizzato per una di lei liason con un altro imberbe sconosciuto a nome Jimi Hendrix, il carisma non è una peculiarità  secondaria.
Dunque che abbiamo qua? In questo promo privo di qualsiasi riferimento nozionistico, ma merce preziosa ultimamente solo su e-bay?

“Nasty Gal” è la prima ristampa ufficiale, deluxe diremmo in altre sedi, del terzo disco di Betty (e primo per la Island Records di Chris Blackwell), quello che per capirci doveva lanciarla nell’empireo di stars del calibro di Diana Ross e Minnie Ripperton.
Ma già  dopo le prime note di “Nasty Gal” e “Talking Trash” capisci che la suonata è tutta un’altra. Proprio un altro campo da gioco, un altro sport, più rude, più umorale: fatto di farmaci sospetti, combine nell’intervallo e scambio di umori genitali nei corridoi bui.
La regina del funk è spiazzante, avanguardistica, poco incline al commercio delle idee. Sembrerebbe totalmente votata, con le sue gambe flessuose ed una voce roca come poche, a spingere il livello della sfida e delle idee quel passo più in là  che le costerà  a posteriori la testa e la carriera.
La seconda nota, forse ancora più rilevante della precedente, è la potenza espressiva della musica di Betty Davis e dei suoi compari musicisti, a dir poco stellari nell’esecuzione precisa, secca e deflagrante.
Non è una questione di velocità  o tecnica, ma una commistione di fattori che deve colpirti sotto la cintura e farti sentire il male senza mediazioni!

C’è l’ombra di Miles Davis che appare qua e là , gente del giro di Sly & The Family Stone, di “Tower Of Power” giusto per tributare onore ai primi che si ricordano.
Il clima si fa torrido, le canzoni verranno censurate da moltissime radio per gli espliciti riferimenti sessuali, i Red Hot Chili Peppers ci costruiranno sopra una carriera decaduta in seguito nel mainstream prescindibile.
Ricapitolando: ex modella + conoscenze elitarie + urgenza espressiva + musicisti iperbolici + funk tossico = un disco da avere a tutti i costi. Ipnotico e circolare, suadente e con stile da vendere.
Senza particolari punti di riferimento o distorsioni (tranne che per la ballad supercool “You And I”, degna di una qualsiasi uscita Motown) “Nasty Gal” si rivela un lavoro coeso, con una linea espressiva coerente, che fila benissimo con tutti I numeri in regola.

Poi c’è “Is It Love Or Desire?”.
A tutti gli effetti l’inedito che Betty Davis diede ai posteri nel 1976 e che praticamente da allora giaceva sconosciuto in un qualche cassetto dimenticato.
La Light In The Attic compie la meritoria operazione di riproporre questa chicca al grande pubblico, ben conscia della caratura del personaggio (mai compreso nè dalle case discografiche, nè in termini di vendita) e della validità  di queste dieci songs, lordate di funk rock e vergini a qualsivoglia orecchio.
Lo stile rimane pressochè uguale ai lavori precedenti: un approccio hard e di pancia, con ormoni che spruzzano ovunque e quel funk davvero ‘dope’ che ne contraddistingue ogni singolo minuto.
Ci sono, e si avvertono a pelle, un’accresciuta maturità  compositiva, una maggior fluidità  ed una gamma espressiva più articolata e trasversale forse a scapito della ruvidezza e della immediatezza di “Nasty Gal”.
Leggendo le note spizzicate qua e là  sul web, “Is This Love Or Desire?” doveva essere il commiato dell’artista dal mondo della musica, una sorta di testamento e di presa di coscienza del percorso fatto, senza mai concedere nulla al caso o al commercio.

Un’operazione sicuramente più celebrativa e potente oggi che allora, che non si può non lodare in tutto e per tutto in termini di spessore qualitativo.
Fossero così gli inediti degli ultimi anni, spererei di invecchiare quanto basta solo per goderne con maggiori effetti in un domani glorioso.
Aggiudicati!!!!!