Innanzitutto le presentazioni. Dietro al titolo Broken Bells si nascondono due personaggi piuttosto noti nel vasto mondo della musica alternativa statunitense. Il primo è James Mercer, voce e leader di quei The Shins che, nel bene e nel male, hanno lasciato una traccia profonda nell’indie-rock degli anni zero. L’altro si chiama Brian Joseph Burton, ma è meglio conosciuto come Danger Mouse: è quello del “Gray Album” e degli Gnarls Barkley, è quello che ha lavorato come produttore con Beck, con The Good, The Bad And The Queen, con i Black Keys, con Sparklehorse, per dirne alcuni. Insieme i due hanno messo in piedi una band e questo disco racconta quello che ne è saltato fuori.

Le incursioni di Danger Mouse nel mondo dell’indie si sono sempre composte di tre ingredienti, e questo caso non fa eccezione: psichedelia, riminescenze anni ’60 e la black music inquadrata con la coda dell’occhio. Dall’altro lato c’è il suono che ti aspetteresti da James Mercer, con la voce, la chitarra e le canzoni che potresti trovare in un disco degli Shins. “Broken Bells” è soprattutto questo: la somma delle due personalità  che animano il progetto.

Ne è un esempio perfetto il primo singolo estratto, nonchè traccia che apre l’album, “The High Road”. L’intro è sintetica e psichedelica, la melodia sembra uscita direttamente da “Wincing The Night Away” (ultimo disco uscito a nome The Shins, datato 2007); Danger Mouse gioca con una struttura pop-rock classica e ci mette del suo per scombinare le carte e togliere da sotto i piedi le idee più scontate di linearità .

Buona parte del disco si muove su questo tipo di percorso (“Citizen”, “Vaporize”, “Trap Doors”, “Your Head Is On Fire”), tanto che viene spesso da chiedersi quanto sarebbe stato diverso un album targato The Shins e prodotto da Danger Mouse. Deviano dal tracciato solo “Sailing To Nowhere” e la conclusiva “The Mall And Misery”, che sembrano quasi avvicinarsi alla psichedelia sintetica di stampo chillwave, oltre a “Mongrel Heart”, dove la ritmica si fa secca e Morricone alza la testa sul finale, e alla sorprendente “The Ghost Inside”: un cuore black che sposa un’anima pop per quello che porebbe essere tranquillamente un singolo dei Gorillaz (altra band con cui, guarda caso, Danger Mouse ha lavorato).

Un risultato a metà , in poche parole. L’accoppiata MercerMouse funziona a ritmo alterno: se per buona parte del disco non si riesce ad andare oltre la semplice somma dei due talenti (che, sia chiaro, è comunque un risultato piacevole), ascoltando quello che resta viene da pensare che ci sarebbe tutto ciò che serve per quel qualcosa di più che da loro è lecito aspettarsi. Chissà  se, per queste lecite aspettative, ci sarà  un’altra occasione.

Broken Bells
[ Columbia – 2010 ]
Similar Artist: The Shins, Gorillaz, Beck, Neon Indian
Rating:
1. The High Road
2. Vaporize
3. Your Head Is On Fire
4. The Ghost Inside
5. Sailing to Nowhere
6. Trap Doors
7. Citizen
8. October
9. Mongrel Heart
10. The Mall And Misery