Persi per strada Dominic Aitchison dei Mogwai e Geoff Barrow dei Portishead, i Cripple Black Phonenix hanno fatto quadrato sfornando una bomba musicale che soffrirà  parecchio di vertigini nelle fatidiche classifiche di fine anno. Si perchè “I, Vigilante” continua il percorso sonoro intrapreso dalla formazione capitanata da Justin Greaves con tre lavori all’attivo in altrettanti anni.

Tanta fertilità  sembra non aver minimamente intaccato il gettito qualitativo del gruppo come testimoniato dal disco in questione capace di coniugare compattezza e ricercatezza, dinamismo e maestosità . Quarantacinque minuti distribuiti lungo sei tracce in scaletta danno sicuramente un’idea dell’architettura sonora su cui regge l’opera: lungo le geometrie di matrice post-rock, richiami folk e sfumature metalliche sono liberi di interagire in maniera fluida ed originale, offrendo un taglio musicale meno sperimentale rispetto al passato che tuttavia rifugge una visione stereotipica dei generi citati. Tra le vette assolute di un lotto davvero compatto si distinguono le sovrapposizioni strumentale e l’espressività  emotiva di “We Forgotten Who We Are” e l’avvolgente coralità  di “Bastogne Blues”, splendidamente ispirata dagli eventi bellici avvenuti nella cittadina belga di Bastogne nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Un lavoro dall’impatto sonoro retro che esprime familiaritá e genuinitá. Un album entuasiasmante ed imprescindibile per chi ama la buona musica d’autore.