I gruppi del collettivo dei Public Hi-Fi Studios di Austin hanno nel dna comune i geni inventivi assolutamente preparati ad accogliere qualsiasi cosa che si muova, respiri, zompetti e affezioni in quel del “Pop Style”; e allora potevano mancare all’appello gli Oh No Oh My? Ovviamente no perchè loro con il pop cercano di barattare nuove soluzioni e meccanismi per alzare quotazioni che avevano riposto nel loro esordio omonimo del 2006 ma che purtroppo mancò la presa ““ sebbene sponsorizzandosi come gruppo spalla per il tour dei Flaming Lips e Gnarls Barkley ““ per la fretta dettata dall’inesperienza o certamente per una media solidità  strutturale troppo relegata al self-made.

E sulla lunga distanza ritentano con “People Problems”, e diciamo subito che è un disco che contiene una versatilità  totale che assorbe e ingoia il respiro dello stato maggiore del brit-pop ( Blur, i 4 di Liverpool) e il pop alternativo dell’America che s’intona sulle ballate dei Counting Crows, Death Cab For Cutie, Nada Surf ecc, anche se poi affiorano scatti di pendenza psichedelica “Brains” che danno un tocco hype all’intero lotto.

Polistrumentisti, i quattro di Nashville si sono sempre prodigati a lanciare sul mondo underground manciate di singoli ed Ep, ma questa è la grande occasione per dare voce, fiato e corde al formidabile caos di wurlitzer, banjo, chitarre, pianoforti, tamburi e sintetizzatori che colorano la loro contemporaneità  piena di un po’ di retaggio ““ adottato ovviamente – fricchettone baldanzoso e qualche ex-brufolo nerd che troneggia da qualche parte.

Parlavamo di indie-pop sempre con quell’impronta ” innocente naive” sapientemente cresciuta, la friabile tenerezza folk “Should Not Have Come To This” , Winwood e i Travis che copulano nella poetica di “No Time For Talk”, la chicca uptempo d’archi “There Will Be Bones” e poi un pochetto di Barrett, la salsedine di Brian Wilson e soffietti Spectoriani che ““ come poltergeist dispettosi ““ procurano pruriti fino ad esaurimento scorte; dunque una rappresentazione volitiva e di buongusto agita questo ottimo registrato, che affiora man mano si prende confidenza con lo stile Indygeno, ma certe classificazioni oggi non contano più nulla, l’Indygeno deve piacervi, altrimenti”…ciccia!!

People Problems
[ Koenig – 2011 ]
Similar Artist: Counting Crows, Nada Surf, Death Cab For Cutie e la leggerezza del buono
Rating:
1. Walking Into Me
2. You Were Right
3. Again Again
4. No Time For Talk
5. I Don’t Know
6. So I Took You
7. Brains
8. Not The One
9. There Will Be Bones
10. Should Not Have Come To This
11. Circles And Carousels
12. Summerdays

Ascolta “Not The One”