Blessed Child Opera
Fifth

“Fifth” è il nuovo lavoro dei Blessed Child Opera ed è un graditissimo ritorno.
Paolo Messere è la mente che si nasconde dietro questa ragione sociale ed è ancora l’eclettico e vivace artista che abbiamo conosciuto e seguito anni addietro.

Giunto al suo quinto lavoro, ha voluto racchiudere in poco più di quaranta minuti tutte le sonorità  e le esperienze in cui s’è ritrovato disco dopo disco, grazie anche ad un’intensa attività  live, che gli ha consentito di personalizzare sempre più il proprio sound.
Si parte in crescendo con “Nothing Is In Place When It Should “, triste e poetica, che anticipa l’atmosfera notturna e leggermente country di “Falling”.

Siamo solo all’inizio e il disco, tra alcuni manierismi e qualche ambizione di troppo, sorprende in alcuni punti come in “Promised Circle” che si stacca nettamente dalle restanti tracce, una meteora impazzita, che brilla di luce propria.
La pausa di due anni ha consentito ai Blessed Child Opera di mettere a punto un lavoro più compiuto e definito, ricco di sfumature, in cui elementi diversi interagiscono e si scontrano a più riprese senza mai interferire nella struttura della canzone.
La voce di Messere è sempre incisiva, doppia, anzi appare addirittura migliorata e più corposa rispetto alle prove precedenti. Riesce a farsi lieve e candida nei pezzi più dolci e raffinati, struggente e penetrante nei momenti più intimi e malinconici. Per certi versi ““ e si perdoni il paragone all’autore dell’articolo ““ in alcuni passaggi l’interpretazione e la performance vocale di Messere potrebbe essere equiparabile a quella del miglior Billy Corgan.

E poco importa se sul finale si rischia la noia e la ripetitività , “Fifth” riesce a mantenere fino alla fine le promesse confermando ancora una volta i Blessed Child Opera all’interno del panorama musicale alternative italiano.