La storia dei Bass Drum Of Death, eclettico duo americano, è il sogno di qualsiasi impiegato disilluso, squattrinato, stanco, perennemente sull’orlo del licenziamento. Il frontman John Barrett ha passato qualche anno lavorando alla Fat Possum Records, dove era campione locale della pausa sigaretta, prima di reclutare l’ex compagno di scuola Colin Sneed alla batteria con l’obiettivo di registrare un manipolo di pazze canzoni e andare in tour (non necessariamente in quest’ordine).

Quei demos, corroborati da una manciata di live scatenati, devono aver convinto l’etichetta di Oxford (Mississipi) che il ragazzo meritava una possibilità , qualcosa di meglio della dose giornaliera di preordini da riempire. “GB City”, disco realizzato a tempo di record (forse per evitare che qualcuno ai piani alti ci ripensi), è fortemente autobiografico. Spietato, senza fronzoli, usa il binomio chitarra- batteria per descrivere la vita di una cittadina di provincia, tra noia, depressione e speranza di redenzione. Undici tracce dalla forte attitudine garage che spesso sconfinano nel rock più allucinato e chimico, senza perdere un briciolo di brillantezza.

Si passa dalla psichedelia anni settanta di “Spare Room”, “Velvet Itch”, “Religious Girls” e della title track al mood pseudo californiano di pezzi come “High School Roaches” e “Young Pros”, pieni di riff killer e coretti molto Beach Boys. “Get Found” e “Heart Attack Kid” miscelano volumi alla Stooges con atmosfere slacker tipo Dinosaur Jr, la più posata (si fa per dire) “Leaves” scorre che è un piacere, l’accattivante “Nerve Jamming” potrebbe essere una giocosa hit sullo stile dei primi Black Keys. E proprio ai Black Keys, che dalla Fat Possum sono stati scoperti e lanciati, i Bass Drum Of Death vengono spesso accostati. Un paragone scomodo da sopportare, ma loro non sembrano farci eccessivamente caso. Simpaticamente tecnologici, preferiscono impiegare il (poco) tempo libero giocando a biliardo, aggiornando il profilo su Twitter o scorrazzando nel mare magnum di Facebook, alla ricerca dell’ennesimo clone dei conterranei 3 Doors Down da prendere in giro. Impertinenti, come da copione.

GB City
[ Fat Possum – 2011 ]
Genere: blues-rock, garage rock
Rating:
1. Nerve Jamming
2. GB City
3. Get Found
4. Velvet Itch
5. High School Roaches
6. Spare Room
7. Young Pros
8. Heart Attack Kid
9. Leaves
10. I Could Never Be Your Man
11. Girls

Ascolta “Get Found”