E’ un cantautore quattro stagioni Damon Gough, quattro stagioni come quel suo cappellino di lana che tiene calcato sulla fronte a dispetto del caldo di Roma, in una serata di luglio. E’ quattro stagioni e forse senza età  perchè sono tutti li per lui, popolo senza manifesto con un cuore grande per una bellissima serata al Circolo degli Artisti. E quando arriva sul palco con quel suo fare un po’ goffo ma sempre adorabile e quando si avvicina al microfono annunciando di voler suonare finchè glielo consentiranno e quando prende in mano la chitarra anche sporcando l’accordo siamo sempre tutti lì per lui. Siamo uno ad uno soli con lui seppure tra la folla. Con lui da “Silent Sigh” ad “I Saw you Walk Away”, passando per” A minor Incident”, “Born in the Uk”, “Pissing in the Wind”.

Ci aiuta a simulare l’intimità  a due parlandoci un po’ degli affair suoi Badly Drawn Boy, ci mostra la foto di un biglietto della festa del papà , dedica “The Time of Times” alla figlia, che impara a suonarla bene. Ci porta nel suo, per un attimo nostro, “Journey from A to B” intervallato dalla cover di “Please Please Please let me get what I want” degli Smiths. E sembra pensarla proprio come noi Damon Gough, sembra leggerci nel pensiero quando mandiamo in loop una canzone perchè dura troppo poco. Allora dopo un attimo di indecisione ci annuncia “… La rifaccio”. E la rifà  sul serio, una, due, tre, quattro volte di fila. E la interseca coi brani suoi anche quando siamo a fine serata. Due ore dense che non scorrono veloci e si vorrebbe non finissero mai. Quando si siede al piano per “Silent Sigh” il cappellino è ormai zuppo. Ha il tempo per ringraziare il suo stage manager e per omaggiare l’indimenticabile Clarence Clemons con una cover, slow motion ed essenziale, di “Thunder Road”.

Poi forse cominciamo a leggerci un po’ tutti nel pensiero, oppure è solo quello che chiamano sincronia’, perchè qualcuno da qualche parte nel pubblico urla Ti voglio BENE!. Ed è proprio così. Ed è quello che stavo pensando anch’io. Forse è quello che stavamo pensando tutti. Quando si dice: il potere della musica.

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