Mike Patton
The Solitude Of Prime Numbers

Più che noto è il legame tra Mike Patton e l’Italia: un legame, nato grazie a una relazione sentimentale e consolidatosi nel tempo con frequentazioni culturali, che ha infine portato l’artista californiano (voce negli importantissimi Faith No More e fondatore di numerosi, eccentrici, estremi e variegati gruppi come, per esempio, Fantà´mas e Tomahawk) alla realizzazione del progetto Mondo Cane tra 2009 e 2010 (un disco e un tour europeo che omaggia la canzone italiana degli anni ’60 con l’aiuto di Roy Paci, un’orchestra di quasi sessantacinque elementi e il tastierista Enri Zavalloni).

Prosegue questo feeling il nuovo lavoro di Patton, la sonorizzazione del film di Saverio Costanzo (e, nel pensiero di Patton stesso, del libro di Paolo Giordano) “La Solitudine Dei Numeri Primi”: un’opera che si discosta nettamente dall’album che l’ha preceduta, per la sua natura di colonna sonora e per i territori sonici esplorati all’interno.

“The Solitude Of Prime Numbers” è composto di ben sedici strumentali numerate , appunto, seguendo l’ordine crescente dei numeri primi (da 2 a 53), tutte piuttosto brevi tranne quattro episodi che superano i tre minuti: le coordinate attraverso cui si muove l’album rimandano certamente alle tendenze pesanti ed elitarie dei Fantà´mas più cinematografici (ricordate l’ottimo “The Director’s Cut” del 2001?), ma sono palesi anche i riferimenti esterni, a grandi artisti della musica per film come gli italianissimi Goblin o il fido compare di Lynch Angelo Badalamenti.

Il risultato è un ascolto ovviamente spurio senza immagini o parole, ma assai suggestivo: spiccano per intensità  l’oscura e travolgente “Radius of Converge” e la breve “Identity Matrix”, dipingono inquiete ossessioni “Contropositive” e “Calculus of Finite Differences”, mentre la conclusiva “Weight of Consequence” è uno splendido viaggio nelle profondità  dell’animo umano.

Capitolo minore dell’immensa discografia di Patton, “The Solitude Of Prime Numbers” è un lavoro che spiazza: ostico e notturno difficilmente conquisterà  al primo ascolto, ma numerosi sono i semi che si depositeranno nel fruitore e, col passare del tempo, la sua efficacia sarà  sempre più palese.