Più che il destino è stata l’ADSL che vi ha unito e poi milioni di migliaia di chilometri / Più che il destino è stata la tua amica scema che vi ha unito.

Il testo è di un giovane uomo, coltiva sughero in Sud Dakota: Giuseppe Peveri in arte Dente.
Si fa attendere circa un’ora da un pubblico impaziente e preoccupato: è giovedì e domani mattina ci sarà  bisogno della solita efficienza sui banchi da lavoro, ma questa è un’altra storia.
Che fai stasera? Vado al concerto di Dente! Proprio tu! Si proprio io”… non si può vivere solo di Nick Drake o di discorsi sui massimi sistemi.

Il concerto di Dente è come l’oasi nel deserto, come il panino con la salamella dopo una serata assetata e famelica, riesce ad appagare la voglia di cantare, sorridere e magari la stringente necessità  di chi sente il compulsivo bisogno di dedicare Buon appetito a chi ci ha costretto a buttare giù indigeribili pasti amari.
Ad ogni buon conto, bisogna essere chiari: per lo struggimento e le forti passioni, bisogna comprare il biglietto per altri concerti.
Il concerto di Dente è stringere la mano alla vita di tutti i giorni: alle sbandate sentimentali che i più o meno trentenni rincorrono e che spesso sono condite da un like di troppo su facebook o da un retweet inaspettato – caricati da un mistico significato (che invece non hanno) -, da lunghe chiacchierate con la nuova vittima di turno con tutti i mezzi forniti dalla tecnologia e funzionanti grazie alla citata ADSL (o alla fibra ottica), alla nottata trascorsa con chi per quelle ore è stato individuato come l’amore della propria vita ““ quello per sempre ““ per poi risvegliarsi la mattina e augurargli un ti prego torna da dove sei venuto, alle chiacchierate con amiche e amici su Le rette parallele.
Sono tutte emozioni troppo spesso trascurate perchè assorbite o da quella voglia di struggersi con troppa profondità  o dai più corposi (inutilmente) problemi esistenziali, molto spesso conditi da musica di maggiore spessore (così si pensa).

Dente durante il concerto, oltre a giocare con una chitarra stranamente accecante e dondolante, riesce a farci perdere nel turbinio di un’esistenza banale, che acquista un senso nelle sue canzoni: piccoli disegni pungenti, realistici e descrittivi definiti da una cornice strumentale, pulita e mai altezzosa.
Dente riesce a intrappolare in una canzone fugaci momenti di tristezza, di leggero romanticismo e di indimenticabili fusioni con l’altra metà  o con noi stessi.

Il concerto conferma le positive impressioni suscitate dall’ascolto dell’album e aggiunge maggiore carica agli unici due pezzi che non mi hanno pienamente soddisfatta: Da Varese a quel paese e Casa tua.

Nota: a me Dente non ricorda proprio nessuno: nè Battisti, nè Graziani e neppure Dalla e non so neanche se Io tra di noi possa essere definito l’album della maturità , a me non sembra e questo è un bene. Dente con la spocchia dell’uomo maturo potrebbe annoiare.
Conclusione live 1 dicembre 2011 – Magnolia: Dente è giubilo.