Omid Jazi, il ‘quarto Verdena‘ ha scelto di mettersi in proprio e potersi scrollare di dosso questa etichetta molto riduttiva. Questo “Lenea” semba rispondere degnamente alle aspettative in soli cinque brani; non male per un EP i cui testi nascono dal sogno.

Per rendere l’italiano più duttile e musicale Omid si avvale della materia dei propri sogni, trascrivendoli al mattino in un taccuino fino a creare contrasti molto accentuati, come la più minimalista “Giulietta ha le Chiavi” e la sciamanica “Pensiero Magico”, arricchita da suoni tribali, percussioni, ritornelli ipnotici ed incursioni elettroniche. Se guardiamo all’estero non possono che venire in mente i Flaming Lips, Beck e Big Pink, mentre questi giochi ridondanti quasi infantili si ritrovano in terra nostrana ne il Cane. Un pop elettronico che non disdegna le incursioni elettriche come quello de “La Molla di Chaplin” o di “Taglia le paranoie”, dove i cori e i synth si scontrano con le chitarre con risultati quasi rituali. Nel suo essere enfatizzato a livello elettronico il brano gioca con un testo più tagliente e maturo, quasi a voler controbilanciare. Un fulmineo cambio di rotta è poi quello di “Ossitocina”, in cui via libera al disturbato ed al noise, creando un enorme buco nero a metà  dell’EP, un gorgo in cui un violino stridente anticipa un lungo finale distorto.

Un po’ come la sua musica Omid è un amante visionario della melodia, sperimentatore avido di suoni pop che sfoga una dolce timidezza sul palco, dove da solo sembra anche se per poco dominare la scena senza remore. Un EP diverso dalle uscite a cui siamo abituati ora, frizzante e psichedelico. Adorabile.