Ellinor Olovsdotter è la ragazza che conosci durante uno sfiancante interrail in qualche paese a Est, è la ragazza che ubriaca è salita sul palco di un festival a Goa e ha iniziato a cantare (lo racconta in una sua intervista a “Dazed and Confused”, e se anche non fosse vero, a noi non interessa. Potrebbe averlo fatto, e tanto basta per costruire la biografia immaginaria di Elliphant). è la ragazza che non canta bene, ma canta a modo suo e quel modo lo definisce nasty ““ la ragazza per cui si ha un debole, perchè sembra incrollabile e mossa da una forza di cui non possiamo conoscere l’origine, che indossa le maglie logore che qualcuno dei suoi uomini ha lasciato sul suo divano ma non è Lana del Rey in “Ride” (quale nostalgia ci può essere in una che dice I’m like a finger up your ass, why not give it to me? – da “Ciant hear it”). Praticamente una che invece di ubriacarsi col whisky lasciato da chi se ne va, lo usa per dar fuoco alla sua auto. E crede (o potrebbe credere) in teorie cosmiche pervase di uno spiritualismo quasi imbarazzante.

Musicalmente gli Elliphant non cambieranno molto, si definiscono the twisted illegitimate offspring of MIA and Diplo e con ogni probabilità  non ci sono frutti nuovi in questa germinazione, e intanto la Scandinavia continua a produrre gruppi come Niki and the Dove, Icona Pop o anche i NONONO – qua non si scrive un nuovo discorso, al massimo lo si sporca un po’, come se la pulizia fosse solo l’ultimo degli affronti che non si vuole subire, un po’ come tagliare i capelli alle Barbie o bruciarle, l’oltraggio alla precisione. Non sembra niente di notevole, eppure è interessante vedere quale fierezza e ferocia ci sia in una che in un pezzo come “Down on life”: se inizia con we are waking up in a pile of shit/The whole bay is full of it continua con un we keep swimming in this wide oceans of salty tears ““ e più avanti canta I need you to take all my shadows for a walk tonight, una confessione che è quasi disarmante ““ è l’esibizione di una vulnerabilità  che non concede niente alla commiserazione, perchè le due categorie non devono essere confuse.

Nel video di “In the Jungle” se ne vanno in giro con un carrello della spesa addobbato da lucine natalizie ““ il sentimentalismo ultimo, una giovinezza sporca e estenuante, di quelle dove le notti durano ancora abbastanza e i corpi riescono a resistere all’assedio della stanchezza e che calpestano aggettivi come carino o piacevole, perchè non possono incidere sulla superficie delle cose e si è in una fase in cui ancora si crede in questo, o almeno nella possibilità  delle macerie fumanti, dell’incendio delle cose. Un quadro immaginario che mi ricorda film come “Fish Tank”, ma forse per farlo bastano anche soltanto un bomber scuro e degli orecchini a cerchio un po’ troppo vistosi, che sono pure tornati di moda e se siamo in Svezia o in Inghilterra non cambia molto. E forse questo ep è solo moda, ma forse no.

Elliphant EP
[ A Bigger Splash – 2013 ]
Similar Artist: M.i.a., Niki and the Dove
Rating:
1. Down on life
2. Make it Juicy
3. In the Jungle
4. Ciant hear it
5. Ciant hear it (jungle remix)