Il sound della Saint James Society è fatto di estremi, lo si era già  capito ascoltando l’EP omonimo uscito l’anno scorso (recensione qui). Luce e buio, bianco e nero, inferno e paradiso. O, per dirla con parole dei protagonisti, spazzatura e lustrini. Atmosfere sospese e sognanti mischiate alla cupezza dark di un racconto post-apocalittico alla Cormac McCarthy. Ritmi che vagano senza meta tra il gotico anni ottanta e la soffusa psichedelia dei tardi settanta, con quel qualcosa di tagliente nelle armonie delle chitarre che fa pensare che tra le innumerevoli e mutevoli influenze dei cinque di Austin possano esserci anche i Pink Floyd.

“Bab(a/y)lon Rising” completa e arricchisce il discorso iniziato con “The Saint James Society” qualche mese fa, trascinando in un universo tempestoso, complesso, non semplice da interpretare, che sembra reggersi su basi fragilissime costantemente sul punto di crollare. Un mondo dal misticismo antico e dai problemi moderni, angelico e infernale, malato e in cerca di guarigione, pieno di vita e sempre sul punto di morire. Una nuova Babilonia decadente fatta di autostrade e note che si rincorrono in “The Serpentine Highway” e di viaggi sonori senza parole, in equilibrio sul filo sottile che collega il giro di basso potente e quasi metal di “Blood And Sand” al rock n roll acido e dirompente di “Get Cold”, alla rilassatezza ipnotica di “Letters Signed In White”, al corto circuito linguistico di una “House Of Snakes” sorprendentemente declamata in francese. Un posto dove i sentimenti sono rabbiosi e senza filtro come in “Ode Of The Turquoise Ox” col suo forse abusato ma sempre efficace: “waiting to piss into your empty fucking heart”. Luogo interessante da visitare, intrigante da scoprire, inquietante e affascinante come riescono ad essere solo le misteriose avventure che capitano in sogno di notte, quelle che al mattino non si ricordano ma lasciano piacevolmente storditi e dolcemente confusi.

Brandon ed Elza Burkart, David DuBois, Candice Bertalan e Jeremy Hayes lo descrivono con l’eleganza e lo stile di chi vi abita da tempo e ci si sente perfettamente a suo agio. Riescono a catturare l’ascoltatore minuto dopo minuto, confermando e superando quanto di buono avevano lasciato intravedere in quelle quattro tracce che sembravano fatte apposta per stuzzicare l’appetito.

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Bab(a/y)lon Rising
[ Tigertrap – 2013 ]
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Rating:
1. Refractions
2. Bab(a/y)lon Rising
3. The Serpentine Highway
4. Blood & Sand
5. The Book of the Jaguar Priest
6. Get Cold
7. Post Tenebras Lux
8. Ode to the Turquoise Ox
9. Letters Signed in White
10. Celestial Symbols Interpreted
11. House of Snakes

Ascolta “Bab(a/y)lon Rising”