Già  noto ai lettori di IndieForBunnies, Daughter è il progetto londinese fondato da Elena Tonra, ormai diafana icona di stile indie, evolutosi in un trio formato da Igor Haefeli e Remi Aguilellale.

Le sonorità  intime e rarefatte, spesso comparate a quelle di The xx, si erano già  fatte notare in alcuni Ep, ma è con il primo album, “If You Leave”, uscito a Marzo, e con l’incredibile cover di “Get Lucky” dei Daft Punk, che la band è esplosa, salutata come una delle migliori novità  del 2013.
Elena e soci arrivano oggi in Italia, per la prima volta, per 3 date: questa sera a Milano, domani a Sestri Levante (GE) e giovedì a Padova.

E’ durante il secondo giorno del Northside Festival (http://northside.dk) di Aarhus, poco dopo la loro esibizione sul Red Stage (palco solcato in questa edizione da Tegan and Sara, Frightened Rabbit e molti altri), che mi conquisto con le unghie e con i denti l’opportunità  di una breve intervista. I ragazzi hanno pochissimo tempo e si devono dividere: a me tocca in sorte Igor, il chitarrista, ma con la spontaneità  delicata che distingue il suo sorriso e la sua voce, in punta di piedi, ci raggiunge anche Elena, che si unisce a noi in quella che si trasforma in una chiacchierata fiume.

Ciao ragazzi, è stato uno show strepitoso, grazie. Sembrate quasi stupiti dalla calda accoglienza del pubblico”…Ma come! Tutti vi adorano!
[Elena e Igor ridono e ringraziano timidi]
E: Grazie”…A dire la verità  non vedevamo l’ora di tornare in Danimarca da quando siamo stati lo scorso anno a Roskilde. E’ stato semplicemente meraviglioso, non penso di aver mai avuto questo livello di “clapping” ad un concerto, tutti battevano le mani così tanto”…E questo mi faceva ridere, ma in maniera positiva.

Io dal pubblico potevo vedere un grande coinvolgimento, espressioni sognanti e concentrate che cantavano le vostre canzoni!
E: Oh sì, e c’era questo ragazzino proprio di fronte a noi, urlava così tanto, era fantastico…E’ stato il migliore!

Allora ragazzi, ditemi, come ci si sente ad avere raggiunto il successo?
I: Oh è pazzesco! Cioè, non so se noi lo chiameremmo successo…Credo che per noi avere successo sia più una questione di fare un buon concerto, di scrivere un bella canzone…Ma quando la gente viene ai nostri live, l’importante è come loro si relazionano alla nostra musica, come la sentono”…Direi che non ci misuriamo con il successo ma con il coinvolgimento emotivo, con le sensazioni.
Per tornare alla tua domanda…Finora non diamo nulla per scontato, non si sa mai…a volte non ci aspettiamo così tanto pubblico e siamo stupiti: si tratta di non avere aspettative troppo alte e di concentrarsi su quello che si sta facendo…Tutto il resto è un bonus!

Come vi siete conosciuti? Sappiamo che tu, Elena, hai dato vita al progetto Daughter:
E: Siamo andati allo stesso college, io ed Igor eravamo nella stessa classe, mentre Remi [batterista n.d.r.] frequentava il diploma di batteria. Ci siamo conosciuti ed ero interessatissima alla sua produzione e al suo modo di scrivere, di lavorare, al modo di funzionare della sua mente”… Così gli ho chiesto se voleva suonare la chitarra live in un paio di mie canzoni”…e poi abbiamo iniziato a suonare assieme. Ci siamo confrontati, è un continuo scambio di idee e se qualcosa non ci piace non lo facciamo!

E’ un piacere sentirvi parlare della vostra collaborazione artistica”…
E: [ride] Sì, ci piace molto quello che facciamo insieme”…Almeno a me”…
I: Per me è lo stesso! Sta andando tutto molto velocemente, il modo in cui lavoriamo insieme si è evoluto in un modo bellissimo e progressivo! All’inizio era solo un accompagnamento di chitarra, ma poi ho iniziato ad entrare sempre di più nel progetto ed è diventata una relazione di fiducia: lei poteva suonarmi una canzone ancora da finire, partivamo dall’idea e poi ci lavoravamo su. Siamo partiti da un EP, “His Young Heart”, registrato in cameretta, poi c’è stata l’evoluzione dello studio, poi è diventato un album, in gran parte autoprodotto”…E’ stato tutto veramente bello.

Raccontatemi dell’incredibile successo della vostra cover dei Daft Punk: è il vostro video più popolare su Youtube, con più di due milioni di visualizzazioni. E’ interessante notare quanto velocemente e viralmente si sia diffuso.
I: Davvero? Ma quello che abbiamo postato noi? [ride stupito]
E: In pratica c’era questa session dello show radiofonico della BBC Live Lounge , su Radio One, e ci hanno chiesto di suonare un pezzo molto popolare”…qualcosa che fosse adatto al pubblico di Radio One, che gli ascoltatori potessero apprezzare.
I: E’ un esercizio molto interessante”…Si tratta di prendere una canzone nata per uno scopo più commerciale, con un approccio più “easy listening” e darle il tuo tocco”…In realtà  siamo stati piuttosto in difficoltà  nel trovare la canzone giusta. Avevamo solo un paio di giorni per prepararci perchè eravamo in tour, stavamo vagliando diverse canzoni e poi è uscito questo pezzo e ci siamo detti”…Perchè no? Lo abbiamo provato e ci è piaciuto subito, continuavamo a suonarlo prima dello show e ci divertiva. E’ successo tutto così velocemente”…La registrazione e poi questo “decollo””…
E: Sai, lo abbiamo messo online perchè un paio di persone ce lo avevano chiesto dato che avevano perso lo show”…E poi ha avuto questa esplosione pazzesca, non ci potevamo credere
I: Già , ormai ce la chiedono spesso durante i live ma beh”…[sorride]noi veramente avremmo le nostre canzoni da suonare”…Ma ogni tanto quando abbiamo tempo la facciamo.

A proposito di Youtube e social media, credo che il vostro Free Space Project [link: http://www.ohdaughter.com/freespace sia piuttosto unico: come funziona, come è nato?
I: Siamo molto interessati alla cultura del remix, a come si possa creare qualcosa di nuovo da qualcosa che già  esiste; ci pensavamo già  da un po’, e quando abbiamo deciso di fare il nostro sito internet volevamo preparare qualcosa di speciale per i nostri fans e per le persone che ci avevano sostenuto”…
E: Alla fine abbiamo pensato di rendere disponibili direttamente gli stems audio (singole tracce) in modo che i fans potessero creare dei remix.

Già , ma non è comune vedere una cosa del genere fatta da una band, soprattutto per quanto riguarda il girato grezzo [sul sito sono disponibili le tracce audio e il girato grezzo di diverse telecamere ad un loro live n.d.r.]
I: Beh non molti, ma sicuramente i Radiohead lo hanno fatto”…e anche Bon Iver mi pare
E: Credo che in un certo senso, in modo molto egoistico, sia eccitante vedere come le altre persone manipolano e interpretano le nostre cose
I: Sì è come per le cover, non vorrei suonare pretenzioso ma credo che siamo riusciti a prendere Get Lucky e a trasformarla in qualcosa che si possa integrare bene in uno dei nostri set; allo stesso modo è bellissimo vedere altre persone ripensare le nostre canzoni e reinterpretarle con le loro sensazioni”…Io lo chiamo “riciclare” perchè, letteralmente è prendere qualcosa e trasformarlo in qualcos’altro”…remix dei remix”…e cover delle cover.

Passando alle domande classiche, riguardo alle influenze sul vostro stile, pensavo al post-rock, per lo meno per quanto riguarda le chitarre”…Giusto?
I: In buona parte assolutamente sì, specialmente oggigiorno c’è un sacco di “soundscape” di ambientazione sonora electro, che è più una texture, un’atmosfera e qualcosa che ci ispira molto, ma il post rock ci ha decisamente influenzato: io sono cresciuto coi Sigur Rós e gli Explosions In The Sky, Mogwai, Godspeed You! Black Emperor“…E tutte questo genere di band”… Non posso vivere senza il layer reverb [Elena scoppia a ridere]

A proposito, aprirete presto ai Sigur Rós “…
I: Già , siamo sotto pressione! Soprattutto per me è terribile”…Sai io suono la chitarra con l’archetto [Elena ride] e poi Jónsi esce sul palco, e suona con l’archetto 20 volte meglio”…
Siamo emozionatissimi! Li abbiamo incrociati ad un festival una volta e sono persone molto carine, sono genuini”… [parte “Entertainment”] Oh stanno già  suonando i Phoenix!!! Ah no, è la radio”…

A proposito, rimarrete nei paraggi per sentire qualche altra band al Festival?
I: Eh magari”…Io vorrei veramente vedere The Knife: erano al Primavera e hanno suonato tardissimo, li avevo persi. Anche stavolta abbiamo dormito un’ora per provare”…siamo cotti
E: già  dormiamo a turni, lavoro di squadra!

Beh, allora Elena usi un trucco strepitoso perchè non si vede [immagino me stessa dopo un’ora di sonno”…]
E: ahahaha grazie”…A volte ti senti molto più sveglio di quando hai dormito”…adoro la sensazione di quando si passa la soglia della stanchezza”…Rende tutti i tuoi sensi molto più viglili”…Soprattutto quando bevi una tazza di caffè”…o tre”…

A proposito di caffè: state per suonare in Italia, a Luglio”…Vi ho battuto sul tempo venendovi a stanare qui. E la prima volta che vi esibite in Italia?
[ridono]
E: Sì, è la prima volta e io sono eccitatissima: sono mezza italiana, ma è molto che non vengo in italia”…ed è fantastico che il nostro primo show sia a Milano, non è lontano dal luogo di origine di mia nonna!

Veramente? Di dove è?
E: E’ originaria di un piccolo paesino vicino a Piacenza, Gropparello!
Siamo felicissimi, non vediamo l’ora”…Anche per il clima”…credo ci dovremo portare un sacco di crema solare, siamo ridotti come vampiri, non usciamo mai, stiamo sempre al chiuso”…
I: Ma io veramente mi abbronzo”…oh almeno, da ragazzino mi abbronzavo”…adesso sai, sono sempre chiuso nei basement a registrare”…

Grazie ragazzi, è stato un vero piacere, ci vediamo a Milano!

Dopo una abbondante dose di ringraziamenti e sorrisi, dati e ricevuti, si allontanano, leggeri.