La prospettiva di scrivere nuove canzoni per il disco mi ha colto di sorpresa. Scrivo sempre, perchè per me è come una seconda natura, ma analizzo spesso quello che ho in mano e per questo i dubbi possono insinuarsi facilmente nella mia mente. Ma sono molto contento e soddisfatto dei brani che abbiamo aggiunto nella scaletta.

Questa è la dichiarazione del frontman Brandon Flowers riguardo l’uscita di questo greatest hits, arricchito da due inediti e tre remixes. Pur derivando da obblighi contrattuali, The Killers ritengono questo album come uno spartiacque tra la prima e la seconda vita. C’è chi per il decennale si regala una cena, loro, tenendo fede alla fama di eccessi della natia Las Vegas, si sono regalati addirittura una compilation di grandi successi.
Il nome della band deriva da un video dei New Order intitolato “Crystal”, in cui è presente una band fittizia, appunto denominata The Killers. Flowers la fondò nel 2003 dopo essere stato particolarmente colpito da un concerto degli Oasis visto l’anno prima. Sonorità  anni ’80 e new wave hanno subito contraddistinto l’inconfondibile sound della band. Sopraffatti da una serie di trionfali tournèe, i componenti del gruppo considerano questo album come una sorta di spartiacque tra la prima e la seconda parte della loro carriera.

Fare una disamina approfondita di classici storici come questi sarebbe persino ingeneroso, ma la carrellata dei 15 successi inizia con la splendida “Mr. Brightside”, gelosia, amore e dolore, in un pezzo intimo e poetico. Curiosamente Flowers ricorda come non riuscisse a finire il brano, ciò per cui il secondo verso è uguale al primo”… Breaking my back just to know your name, quante volte abbiamo sentito questo verso che apre il vento di “Somebody told me?” Dagli ascolti dei Pulp e di David Bowie da parte di Brandon, è uscita questa meraviglia trascinante di freschezza. “Smile like You mean” it esprime tutta la malinconia di Flowers, giri di basso sopraffini del co-compositore Stoermer a completare un pezzo senza tempo. “All These Things That I’ve Done” nata da un’ispirazione di Brandon innamorato di “All That You Can’t Leave Behind” degli U2, annovera una nomination ai Grammy Award come miglior performance rock di un gruppo.

Sulle note di frasi come Another head aches, another heart breaks, questa poesia stata utilizzata come colonna sonora della pubblicità  della Nike in occasione dei Giochi della XXIX Olimpiade. “When You were young” è una semplice progressioni di accordi eseguiti con un effetto di dirompente potenza. Amore, tradimento e disillusione in strofe come They say the devil’s water It ain’t so sweet, una track che è finita anche nella lista di Guitar Hero III. Saggiamente bocciata nella versione originale da Alan Murder, produttore di “Sam’s Town”, Brandon Flowers rifece “Read My Mind” trasformandola in questo gioiellino. Voi gente, avete mai amato qualcuno? chiese al pubblico Flowers mentre cantava “For Reasons Unknown” alla Royal Albert Hall. Brandon in versione bassista con Stoermer alla chitarra ritmica per un brano composto su di un bus, ma che non ha avuto riscontro adeguato nelle charts. Grande riscontro ha avuto invece Human, questa numero 6 della hits il cui titolo è stato mutuato da un commento di Hunter Thompson. Criticata dai fans più sfegatati per il risvolto dance che la caratterizza, ha causato numerose discussioni ed interpretazioni, attorno al ritornello Are we human or are we dancer?. Un brano definito “controverso” perfino dallo stesso Flowers.

Il quesito su uomini pensanti o burattini di “Human”, viene ripresa, Next thing I knew they ripped me from my bed, in Spaceman. L’alienazione dei tempi moderni in chiave The Killers. Canzone molto personale “A dustland fairytale”, racconta dell’incontro tra i genitori di Brandon. “Ouverture” di pianoforte e produzione sopraffina di Steve Lillywhite per la luccicante, quasi springsteeniana “Runaways”. Positiva e solare nelle sue strofe “Blonde hair blowin’ in the summer wind A blue-eyed girl playing in the sand”, sullo sfondo il panorama della natia Las Vegas. Miss Atomic Bomb è stata prima nella chart di Rolling Stone, il cartone animato che ne funge da video si ricollega direttamente a quello di “Mr. Brightside,” di cui Keuning riprende anche il riff centrale. Abbiamo quindi il primo dei due inediti, I drove through the desert last night apre “The Way it was”, Brandon si duole di non avere fatto un singolo, ed ascoltandone la delicata bellezza, non si può che essere d’arccordo con lui. “Shot at the night” è una lenta traversata in mezzo a profumati prati, si cammina lungo ruscelli che si dividono per poi ricongiungersi sul ritornello “Once in a lifetime”.

La canzone è stata scritta in Australia e suonata in collaborazione con Anthony Gonzalez degli M83. Oltre avere anticipato l’uscita di questa raccolta, su questa track è stato realizzato un video che è un vero e proprio minifilm con Max Minghella e Bella Heathcote, diretti dal promettente Roboshobo. Il secondo inedito, composto a quattro mani con Stuart Prince, è Just another girl, facile percepire tristezza e malinconia in strofe come “I can feel the cracks in my spirit”. Le promesse spezzate, “She’s just another girl”, si esplicitano in un alternarsi di corse e fermate, una track alternata che prende forza nello scorrere dei secondi. Per finire abbiamo la demo originale di “Mr. Brightside”, la versione “When you were young” (Calvin Harris remix), e la chicca finale di “Be Still”. La track che chiude l’album è una perla purissima e sottovalutata, amata a dismisura dalla band, intensa e potente, ti trasporta in mondi di aurore e tramonti dai mille colori balenanti all’orizzonte, un vero splendore.

La copertina, disegnata da Warren Fu, ricalca il significato del titolo dell’album: i “dieci colpi a segno” rappresentano i dieci anni di attività  che questo greatest hits copre, dal 2003 al 2013. Lungi dall’essere terminata, la carriera dei The Killers, si prende una pausa di riposo dagli estenuanti tour e si regala questa ottima raccolta salandola con un paio di discreti inediti. Un’ottima occasione per riascoltare brani che sono oramai consolidati nella storia del rock moderno.