Ormai da diversi tempo stiamo apprezzando ben volentieri un uso del violino, uno degli strumenti classici per eccellenza, in perfetta sintonia con il pop intelligente, l’elettronica, il folk, l’indie. E se Andrew Bird ci delizia con la sua magia e prolificità  e bellezza di melodie e atmosfere, di certo non scherza Owen Pallett (ex Final Fantasy, nome messo da parte a causa di una palese omonimia con una dei videogiochi di ruolo più famoso di tutti i tempi) che un po’ come Patrick Wolf alla quale spesso viene paragonato, è uno sperimentatore con molte maiuscole.
Come solista Pallett offre da sempre un’interpretazione singolare, particolarissima, del violino, il primo disco uscito con il suo nome “Heartland” ne è la prova.

Inoltre come si può dimenticare la fantastica cover di “Odessa” di Caribou, dove tra synth, loop station e incastri di violino ha fatto con il pezzo qualcosa di incredibile. Ancor’oggi la porta con sè durante i concerti. Virtuosismi, grande tecnica compositiva (Arcade Fire, Beirut), qualità  notevoli come arrangiatore (Snow Patrol, Mika, R.E.M.), a parte, l’attività  solista di Owen Pallett ha un fascino incredibile. Un multistrato sonoro incandescente, un pop elettronico con tinte di barocco che oscilla tra i secondi Fanfarlo (aspettiamo i terzi) e i gli ultimi Muse. Il rimando ai Bellamy e soci e dettato dall’intento sinfonico che si percepisce in “In Conflict”.

Ovviamente in tutto questo il re della scena resta il violino, sfruttato a meraviglia, a dimostrazione di una sintonia aliena con lo strumento. Pizzicato, orchestrale, incastrato, ambientale, come tappeto.
Il disco scorre che è una meraviglia, allunga la percezione del tempo catapultandoti in mondi paralleli, binari diversi, traiettorie impazzite ma al tempo stesso consapevoli. In più è da notare il fatto che Pallett dopo tutto canta, lo fa bene e scrive buone melodie. Ti fa tornare indietro nel tempo negli ottanta e poi magari ti catapulta in un futuro spaziale ancor lontano dalla nostra immaginazione. Salti continui senza mai perdere il piacere dell’ascolto.

Ecco chiudete gli occhi e fate partire questo disco. Se avete voglia di viaggiare, lo farete senza ombra di dubbio.