Qualche anno fa hanno provato a mandare in pensione i mitici bus londinesi. Quelli rossi a due piani immortalati dai turisti e amati da chi ogni giorno saliva lassù, rigorosamente al piano superiore, per fare casino alle spalle dell’autista. Non ci sono riusciti. Un piccolo pezzo di vecchia Inghilterra che resiste, nonostante gli anni. I Lucky Elephant sono un po’ come quegli autobus: con il loro secondo disco contribuiscono a mantener viva la tradizione made in GB, modernizzandola.

Emmanuel “Manu” Labescat, Sam Johnson, Paul Burnley e Laurence Clack: un francese e tre inglesi (dell’Isola di Wight) che si erano già  fatti notare nel 2009 con il divertente “Starsign Trampoline”. Tornano con “The Rainy Kingdom”, ode lieve e scherzosa all’Inghilterra di ieri fatta con l’ironia del nuovo millennio. Un disco ispirato al documentario di Ken Ashton “We Was All One” che descriveva le condizioni disagiate della classe operaia britannica negli anni settanta, come se volessero dire: anche stavolta è cambiato tutto ma in fondo non è cambiato nulla e il video, geniale, di “The British Working Man” lo dimostra.

Things don’t change sussurra Manu nella delicata, malinconica “Buckets And Spades”. E i ricordi, quelli restano indelebili. Ascoltare le fresche, creative canzoni dei Lucky Elephant, curioso matrimonio tra dolce indie rock, pop e un pizzico di elettronica (un po’ quello che i neozelandesi The Phoenix Industries fanno down under) è come camminare attraverso una carta geografica della memoria, svoltando l’angolo del quartiere di sempre per avventurarsi lungo le familiari “All The Streets I Have Known”. Incontrando persone che vivono a cento metri di distanza da dove sono nate. Donne come “Helen” e la protagonista di “The Girl I Love”, girlfriends a cui fare la serenata a suon di ukulele, synth e wurlizer con lo stesso trasporto di ragazzini appena adolescenti alla prima cotta.

Jonathan Meiburg degli Shearwater ha definito “The Silver Gymnasyum”, l’ultimo disco degli Okkervil River del suo amico Will Sheff uscito l’anno scorso, un elaborato e stilizzato esercizio di nostalgia. Una frase che calza a pennello anche a “The Rainy Kingdom” dei Lucky Elephant. Quindi tirate fuori le bustine per il tè delle cinque, i biscottini, avvolgetevi in una giacca di tweed (dicono che stiano tornando di moda), aprite l’ombrello, spolverate la vostra Union Jack preferita e dedicate una mezz’ora del vostro tempo a questi signori che tessono le lodi di un passato tenace che non ha nessuna intenzione di passare o morire.

Cover Album

The Rainy Kingdom
[ Sunday Best – 2014 ]
Genere: indie rock
Rating:
1. Old Kent Road
2. The British Working Man
3. All The Streets I Have Known
4. Emperor
5. Buckets And Spades
6. The Flipside Of Spring
7. The Girl I Love
8. Mercy
9. Helen
10. Little Darlings