I MIGLIORI FILM DEL 2014 / PARTE PRIMA

SYNECDOCHE, NEW YORK
di Charlie Kaufman

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L’esordio alla regia del geniale Charlie Kaufman (sceneggiatore di “Se mi lasci ti cancello” e “Essere John Malkovic”) vicino alla Palma d’oro a Cannes nel 2008 esce in Italia con colpevole ritardo solo a causa della morte del suo protagonista, l’immenso Philip Seymour Hoffman.

Un’opera enigmatica, decisamente metaforica in cui il reale e l’irreale si fondono per dar vita ad una pellicola ibrida e complessa ma dal profondo ed inquietante fascino. Folle e geniale come il suo enigmatico autore.
(Mirko Di Nella)


I GUARDIANI DELLA GALASSIA
di James Gunn

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L’intrattenimento puro. Il blockbuster d’autore privo di pretese autoriali: le uniche riscontrate sono quelle di far divertire in modo cazzone e quindi nel modo giusto; ossia senza la patina di seriosità  che spesso ha caratterizzato alcuni cine-fumetti degli ultimi anni.

“I guardiani della galassia” sono un esercito di disadattati uniti dalla loro stessa sfiga, che però si rivelerà  la loro forza, il collante che li terrà  uniti in queste due ore di botte, risate e navicelle che scoppiano. Figure indimenticabili come quel Rocket Racoon che ha la voce di Bradley Cooper o l’uomo-albero Groot, la più grande interpretazione di sempre di Vin Diesel (si scherza, Vin), si uniscono a una giostra di colori e grandi effetti speciali che non rinuncia a una genuina profondità .
(Marco Renzi)


SOLO GLI AMANTI SOPRAVVIVONO
di Jim Jarmush

Storia di due amanti vampiri (Adam e Eve, nomi piuttosto programmatici) che, smessi i panni dei succhia-sangue, si ritrovano a vivere la loro tormentata esistenza, che attraversa secoli e secoli della nostra Storia, in differenti zone del mondo, procacciandosi l’oro rosso per vie piuttosto singolari. Jarmusch non ha certo bisogno di presentazioni; anche perchè con questo film realizza una delle sue opere migliori dai tempi del capolavoro Ghost Dog.

Un racconto essenziale, volutamente scarno, scandito dalle preziose musiche del minimalista Jozef van Wissem. Inspiegabili i commenti di chi ha parlato di un Twilight d’autore: siamo proprio in un altro campionato, un altro fottutissimo campo da gioco.
(Marco Renzi)


20000 DAYS ON EARTH
di Iain Forsyth e Jane Pollard

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Di recente, a un seminario, un dottorando ha provato a spiegare come il termine fact debba più alla radice di facere che di fieri: quelli che chiamiamo fatti sono cose che costruiamo, sono il modo in cui le narriamo. Lo pseudo-documentario di Iain Forsyth e Jane Pollard risponde a questa interpretazione: il 20.000simo giorno sulla terra di Nick Cave assomiglia all’idea che abbiamo di Nick Cave, nel modo in cui Nick Cave decide di narrarla ““ pieno di parole, musica, giri in auto, cimeli di chi non ha buttato via nulla; niente di questo è necessariamente vero, e se ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa, figuriamoci i film.

Every secret, every sacred moment, is cannibalized, inflated and distorted and spit out on the other side in the form of a song.
(Sara Marzullo)


MOMMY
di Xavier Dolan

Cannes gli ha dato il premio della giuria, gli spettatori qualche lacrima. “Mommy” è l’ultimo (capo)lavoro dell’enfant prodige canadese Xavier Dolan e la dimostrazione che su di lui non ci eravamo sbagliati. Un film che non assomiglia a nient’altro che a se stesso, specialmente nella scelta di un’estetica maestosa di piccole pacchianerie e grandi tragedie. Uno straordinario, giovanissimo Antoine-Olivier Pilon. A margine: colonna sonora improbabile quanto efficace.

Sull’amore feroce e reciproco fra una madre non convenzionale e un figlio difficile, sui nuclei familiari che si creano con chi bussa alla porta, sulle possibilità  di salvezza (non scontate).
(Serena Riformato)

L’AMORE BUGIARDO
di David Fincher

Se non sapeste chi è il regista di questo film, probabilmente lo potreste scambiare benissimo per una pellicola del grande Alfred Hitchcock, tutti i topoi del maestro del brivido sembrano essere traslati in questa fantastico lungometraggio di David Fincher che, con una regia personalissima, inserisce vari omaggi visivi (a “Psycho” e “La Donna Che Visse Due Volte” vanno i richiami più espliciti) in una storia tesa pervasa da un’ironia tagliente.

Rosamund Pike è bravissima e glaciale nell’interpretare la sua Amy e anche un sornione Ben Affleck riesce in un’ottima prova (forse la migliore in carriera).
A perfezionare il tutto poi troviamo una confezione tecnica di primo livello e una spettacolare colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, vestito perfetto per le vicende narrate da Gillian Flynn.
(Marco Mori)

LEI
di Spike Jonze

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Il ritorno del visionario Spike Jonze, nel film più intimo e sofferto, scritto di suo pugno guadagnandosi l’oscar per la miglior sceneggiatura. Una strana storia d’amore combinata ad una meditazione sulla società  e sulla tecnologia, le sue prospettive e derive.

Una meravigliosa e melanconica riflessione su ciò che siamo e dove stiamo andando. Uno sguardo sincero e romantico sulla vita e la sua complessità  indagate nel profondo. Un amore autentico, seppur virtuale in uno degli amori più originali, divertenti e struggenti degli ultimi anni che va a toccare le corde più intime della natura umana servendosi con poesia della tecnologia.
(Mirko Di Nella)

A PROPOSITO DI DAVIS
di Ethan Coen e Joel Coen

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La vicenda di Llewyn Davis, nome dietro il quale si cela il folk-singer Dave Van Ronk, potrebbe tranquillamente essere una delle cose più belle mai fatte dai Coen. Racconto circolare e all’apparenza semplice, ma mai così intenso e intriso di dolore e sconfitta.Perfetta e delicata ricostruzione dell’America dei primi anni Sessanta, dove c’era chi sognava di sfondare con la musica ma non riusciva manco a trovare i soldi per mangiare; e poi arriva un ragazzo di Duluth e ti cambia il corso degli eventi. Uno dei pochi che ce l’ha fatta, lui.

Mentre Davis rimane lì, solo, in un vicolo, pestato e denutrito, ad ascoltare la Storia che nel frattempo ha già  cominciato a farsi strada.
(Marco Renzi)

I MIGLIORI FILM DEL 2014 / PARTE PRIMA

Credit grafica: Luca Morello (Scismatica)