Da Wakefield, nello West Yorkshire inglese, arrivano i The Cribs, terzetto tutto pepe con il loro nuovo lavoro discografico, “For all my sister”, una dozzina di brani effervescenti, un indie-pop di stampo brit che si giostra agevolmente in equilibrismo tra certi Mando Diao e gli Strokes giuggioloni, canzoni con la potenzialità  radiofonica e la prestanza giovanile di assaltare charts e playlist underground.

Prodotto da Rick Ocasek (vocalis degli storici The Cars), il disco vive di un sound diretto, fresco e chitarristico che mette allegria e voglia di ballare, tracce infilate in maniera che possano sembrare una scaletta di jukebox che non zittisce mai, una sequenza di musica e profumi inglesi che si fanno “compagni di venture” per ascolti liberatori e fuori schema dalle abitudini quotidiane.

In scaletta le ballate corali di “Different angle”, “Burning for no one”, il tic scazzato di “Mr. Wrong”, echi waveing “Simply story”, “Pacific time”, luci stroboscopiche a palla “Diamond girl” e i distorsori liberi di “Pink snow”, poi a fine ascolto rimane in aria un riverbero luccicante di piacevolezza acuta.