I Pashmak sono un ottimo esempio di melting pot. Vengono da Milano, cantano in inglese e hanno origini iraniane, statunitensi, lucane, siciliane e suonano un interessante art-rock ricco di contaminazioni. Dopo un paio di Ep hanno deciso di mettersi in gioco, lanciando una campagna crowdfunding per poter produrre e pubblicare il loro primo Long Playing dal titolo “Let The Water Flow”, già  in orbita da qualche mese.

Pashmak è anche una parola persiana che vuol dire come lana. Proprio come lana il loro sound è caldo come la voce del cantante, Damon Arabsolgar, che per intonazione ricorda quella di Greg Dulli, morbido come l’elettronica velata alla Broadcast e ruvido come l’uso di una ritmica graffiante come gli U2 in periodo “Zooropa”.
Tra i pezzi migliori di questo Let the water flow scegliamo “Blue Brazilian Soap”, “Ropes” e la traccia conclusiva “Calypso”, che è un saggio di questi cinque ragazzi sul fondere elettronica, folk e art-rock.

Riconoscendo pure un buon potenziale nel progetto e nella sperimentazione musicale, i Pashmak hanno bisogno di una svolta più matura, capace d’accattivare un pubblico – seppur importante – diverso da quello di una campagna di crowdfunding.