Un’ ipotetica carta d’identità degli Spookyland direbbe: Marcus Gordon, Liam Gordon, Nath Mansfield e Nic Malouf da Sydney, Australia. Da aggiungere alla lista di band interessanti sfornate dall’industria down under negli ultimi tempi. E non solo per merito di Marcus Gordon, uno di quei frontman nervosi e magnetici sia in versione eroe mascherato sia quando si trasforma in un boxeur fallito o in un party animal alla Andrew W.K , dotato di una voce tremula e cattiva definita da Pitchfork: “tipo Jeff Magnum che canta dentro una lattina di birra” ma c’è anche chi ha preferito scomodare nomi roboanti tipo Neil Young e Graham Parsons e chi un Chris Martin sotto acido. Non solo per questo certo, ma aiuta.
Registrato a Omaha in Nebraska “Beauty Already Beautiful” arriva dopo un EP, “Rock N Roll Weakling”, in cui i ragazzi di Sydney già tiravano fuori gli artigli e Marcus Gordon dimostrava di saper scrivere testi dal gusto tutto particolare, con mani da carpentiere e il piglio di un veterano cowboy che si è perso cercando il Mississipi tra koala e canguri. Ed è il disco in cui gli Spookyland alzano un po’ di più l’asticella dell’ambizione. Dentro c’è un po’ di tutto: tante ballatone ben orchestrate (“Bulimic”, “Abuse”, “Rebellion”), chitarroni che veleggiano a tutte le latitudini (quelli alternativi di “Big Head”, quelli molto southern di “Nowhereland” e “Can’t Own You”, quelli che si sentono forte e chiaro in “Champions”) e un pizzico di spirito indie in “God’s Eyes” e “Discipline” col suo tono un po’ alla Weezer che fa tanta nostalgia.
Un album solido con qualche acuto (“Turn” definita da Gordon “a love song that escalates into an incident of thorough castration” e la sarcastica polvere di stelle di “Prophet”) che non inventa nulla ma dimostra che gli Spookyland di strada potrebbero farne tanta. Che sia l’Australia la nuova America? Pare proprio di si. Gli Spookyland hanno grandi sogni e nessuna paura, neanche quella di autodefinirsi con la pomposa etichetta di “solipsist rock”. In ogni caso i quattro di Sydney confermano di saperci fare con quel sound che è nato ed ha spopolato per anni in the USA e ora riesplode con targa australiana, venato di passione e decadenza e sventolando orgogliosamente “the idiot flag“. Alla fine è solo rock n roll come diceva qualcuno. Da tenere d’occhio.