“Quel ragazzo, David Gedge, ha scritto alcune delle migliori canzoni d’amore del rock n roll. Potrete non essere d’accordo ma io ho ragione e voi avete torto”. Così John Peel descriveva i The Wedding Present, nati a Leeds nel 1985 e capitanati proprio da David Gedge. Uno che ha vissuto sulla propria pelle la storia dell’indie rock inglese in più di trent’anni di onorata e poco decorata carriera. Anni in cui i Weddoes hanno cambiato stile, etichette discografiche e musicisti infinite volte. Sono morti e risorti a cavallo del nuovo millennio e in versione 2.0 hanno continuato ad esistere tra alti e bassi. Melodici, grintosi ma pop nell’anima, sempre un filo in anticipo o in ritardo sulla moda del momento i The Wedding Present si sono guadagnati un posto al sole nel gran carrozzone del rock a forza di insistere e provare.

Grazie a chitarre taglienti, abrasive, ma soprattutto ai testi di David Gedge. Sarcastici, spesso in bilico tra disperazione e fulminante ironia. Godibilissimi quando sono immersi nel feedback (“Seamonsters” prodotto da sua maestà  Steve Albini) o inseriti nel perfetto paesaggio indie pop rock, come spesso capita (“George Best”, “Bizarro”, “Saturnalia”, “Take Fountain”). Ma veniamo ad oggi e lasciamo in pace la storia. L’ultimo arrivato in casa Weddoes, questo “Going Going”…” è un progetto ambizioso anche per loro che di idee bizzarre ne sanno qualcosa. Ispirato da un viaggio fatto da David Gedge insieme alla fotografa Jessica McMillan e finanziato attraverso Pledge Music, è un po’ una follia nell’odierno mondo tutto digitale.

Una colonna sonora sui generis che vede i The Wedding Present cimentarsi in venti pezzi, pezzetti, pezzettini di musica varia con alcuni brani quasi o interamente strumentali (“Kittery”, “Sprague”, “Wales”, “Marblehead”) creati per accompagnare ogni tappa di questo distorto e pazzo on the road. Il passato fa spesso capolino con qualche dramma, pochi rimpianti. In “Santa Monica” viene citata “A Million Miles” tratta da “George Best”; “Emporia” e “Rachel” dimostrano che quel gran marpione di John Peel aveva ragione sul serio : David Gedge , ormai ex ragazzo da sempre specializzato in rapporti difficili, sa decisamente come trattare un cuore spezzato.

Certo poi lo spiritello giovanile dei Weddoes torna a farsi sentire in “Two Bridges”, “Bear”, “Little Silver”: indie rock vecchio stampo di qualità  che vive a stretto contatto con la raggiunta maturità  di “Fordland”. E quando David Gedge è in vena di confidenze regala piccole perle di brutale onestà  che fanno sorridere (tipo “I called you “‘Darling’ because I’d already forgotten your name / What a total unqualified disaster this all became”…” in “Bells”).
C’è tanta musica in “Going Going”…”. Un’ora e diciassette minuti da prendere a piccole dosi o tutta insieme. Funziona comunque.