Nello scenario musicale attuale, saturato da sonorità indie/pop/rock e ibridi vari, Josienne Clarke and Ben Walker rappresentano una ventata di fresca aria classic folk. Non ci sono fronzoli di sorta, nelle componenti musicali e testuali di questo duo britannico, abile a tessere la tela di un paesaggio sonoro di pregevole fattura. E non si tratta nemmeno di un esordio, anzi.
Josienne & Ben giungono con “Overnight” al quarto album della loro carriera, nello spazio di un lustro, in rapida successione rispetto a un altro EP fatto uscire a inizio 2016. Giusto per non farsi mancare nulla. Questo nuovo lavoro in studio – suonato per intero in un’intima data londinese a inizio Settembre alla quale ho avuto il piacere e la fortuna di assistere quale ospite di Rough Trade ““ somiglia molto a un concept album. “Overnight”, infatti, percorre la storia di emozioni e sensazioni dell’arco di tempo che intercorre tra l’imbrunire e una successiva alba.
Le influenze più tipiche di Nick Drake e del più malinconico Neil Young si fanno sentire fin dalle prime battute del disco, con le dimesse “Nine Times Along” e “Something Familiar”. La voce di Josienne è una piccolo gemma, incastonata in un contesto di arrangiamenti che poggia su archi, chitarre classiche pizzicate, addirittur un eufonio, corno, sax e, talvolta, sussurrate percussioni in levare. Sorprende la maestria con cui questo duo riesce a miscelare diverse sfumature musicali all’interno di soli 41 minuti di ascolto. “Sweet of Sorrow” e “Dawn Of The Dark” indicano la direzione, intagliando le forme che i due musicisti hanno pensato e forgiato per questo album. La risultante è un disco che deve molto alla tradizione folk più classica ma che, nel contempo, non si lega in maniera ostinata ad un unico genere e ammette voli verso orizzonti più lontani.
Quasi a metà dell’opera, c’è anche una cover di Gillian Welch ““ “Dark Turn Of Mind” ““ ed è questo, forse, uno dei momenti più impegnativi e nel contempo brillanti dell’intero LP. E’ nel suo insieme, tuttavia, che il lavoro si presenta quale solido e consistente. Non fanno difetto altri passaggi cruciali, quali ad esempio la ninna nanna di “Sleep”, oppure “Milk and Honey”, quel momento che nell’ottica del concetto disegnato ed espresso da Josienne Clarke & Ben Walker, descrive la sensazione di leggerezza che precede di pochissimo il sonno, a tarda notte. La voce di Josienne descrive paesaggi bucolici, mentre nella successiva “The Waning Crescent” spunta anche un piano Rhodes in un contesto jazz, mentre Clarke si muove verso scenari vocali che fanno ricordare Norah Jones.
La bellezza di questo “Overnight” è quasi enigmatica e si manifesta a pieno titolo nella delicatezza della title-track e con “Light of Day” di chiusura. L’ultimo malinconico pezzo fa calare il sipario sulla notte e riapre a un nuovo giorno. Le emozioni si diradano, di pari passo con l’oscurità . Un’atmosfera più disincatata si apre ai nostril occhi, mentre Josienne sussurra: “When I take to tell the tale / To turn the trick that tripped my tongue / It will be the sweetest sound the saddest soul has ever sung”.