Il 24 settembre 2007 PJ Harvey pubblica “White Chalk”, album, settimo in studio, che segna l’ennesimo cambio di direzione di un’artista da sempre fedele alla linea ‘mai un disco uguale all’altro’.

Polly Jean depone la chitarra, abbraccia il pianoforte consegnandoci un lavoro intimo e malinconico dove la voce, mai come prima, diventa assoluta protagonista.

Celebriamo il ventennale di “White Chalk” recuperando le impressioni che seguirono i primi ascolti di queste 11 tracce (recensione di Marco Just Vecchi):

La fragilità  è come un pezzo di vetro. Fai attenzione o sarai tu a sanguinare, e “White Chalk” è un disco che non nasconde niente. Polly Jane seduta, quasi spezzata in due aspettando che l’oscurità  si accenda tutto intorno, e spenga quell’ultima pozzanghera di luce sul muro. Mi piace quando mi capitano questi dischi concentrici, molti ci si perdono, io finalmente mi ci ritrovo.

“White Chalk” si racconta con la stessa austerità  di quel gesso che scivola polveroso sul nero freddo di una lavagna, si racconta e si consuma perchè è così che le tue storie diventano le storie degli altri ad un certo punto. E in quel paesaggio di gesso bianco sai già  che devi perderti.
E’ un disco gotico nel senso letterario del termine, atemporale come una favola nera, dove ad un certo punto Polly Jane si perderà , dove certi mostri strisceranno davvero fuori dall’armadio e dagli angoli bui e l’abito bianco della principessa si sporcherà  di gocce scarlatte, e chi hai amato lontano sotto la terra fredda sarà  il tuo unico conforto. E non vorrai tornare indietro adesso perchè devi attraversare la notte.

“White Chalk” è quasi un concept album, un omaggio anche dichiarato (“Dear Darkness”) all’oscurità  e a tutte quelle cose che hanno smesso di esistere forse ma che quando chiudi gli occhi e tutto diventa nero, sai che sono ancora con te.
Scarno nei suoni e negli arrangiamenti, dove le chitarre nervose familiari alla discografia di PJ Harvey diventano arpeggi gelidi e note di piano gocciolanti. Algido e quasi sfacciato nella bellezza con cui riesce a mettersi a nudo. Odiatelo se cercate la luce perchè spegnerà  il sole e tutte le stelle. Ipnotico nei momenti più lenti, perfetto nelle sue misure come un cristallo di neve, spiraleggia come un unica lunga traccia divisa in 12 episodi, fino a perdersi nel vento finale di The Mountain come il grido di una Banshee.

Non per tutti, soprattutto non per i fan probabilmente, ma sicuramente il più atipico e più riuscito lavoro della produzione recente di PJ Harvey.

PJ HARVEY ““ “WHITE CHALK”³
Data di pubblicazione: 24 settembre 2007
Tracce: 11
Durata: 33:57
Etichetta: Island Records
Produttori: Flood, John Parish, PJ Harvey

Tracklist:
1. The Devil
2. Dear Darkness
3. Grow Grow Grow
4. When Under Ether
5. White Chalk
6. Broken Harp
7. Silence
8. To Talk to You
9. The Piano
10. Before Departure
11. The Mountain