Tempo di riassunti con la “R” maiuscola per i Feeder, che pubblicano una corposa retrospettiva, chiamata classicamente “Best Of”. Non ci soffermeremo sui contenuti più noti di questa uscita (la band di Newport ormai è in giro dal 1992 e i tanti brani presenti testimoniano un percorso più che eccellente e variegato in ambito indie-rock), perchè in realtà  andiamo ad accendere i riflettori su un vero e proprio disco “bonus” d’inediti, che la band di Grant Nicholas piazza come regalo sul terzo CD di questa nuova uscita.

“Arrows” prende le distanze dalle trame a tratti corpose e non di facile accesso di un disco come “All Bright Electric” (nono album della band uscito l’anno scorso) e sembrano riabbracciare l’impatto pop-rock più melodico e immediato che ha caratterizzato alcune delle uscite più fortunate della band. Se nel disco precedente vi erano alcune canzoni decisamente rabbiose e oscure, in cui la scintilla grunge-rock trovava benzina su cui prendere vigore, ecco che in “Arrows” i nostri gallesi preferiti dimostrano di aver voluto ritrovare la “retta via” melodica, lavorando decisamente bene su ritornelli accattivanti e orecchiabili, che, come dicevamo, hanno segnato una parte importante nella loro carriera. Le chitarre non mancano, ma non sono certo cariche di cupezza. La cosa non è certo un male, anzi, come compendio a una raccolta la cosa ha pure un suo senso. “Walk Away” viaggia via che è un piacere, idem “Sirens”, “Figure You Out” ha un ritornello dal suono fin troppo ridondante, mentre “Veins” abbraccia pure un piglio quasi epico e con quel crescendo emozionale che Grant, quando vuole, sa piazzare alla perfezione.

Giusto però citare anche momenti in cui l’aspetto più solare cala e pulsione più cariche emergono lampanti, ovvero “Arrow”,   che si dimostra anche scrigno di segreti e cambi di ritmo che spiazzano e danno una fortissima vivacità  al brano, mentre “Dive” si veste di grunge, riportandoci ai ’90 e “Landslide” è una cavalcata power-pop con echi quasi alla Smashing Pumpkins (non certo una novità  per chi conosce i Feeder), che messa in chiusura dimostra la versatilità  di una band che, nonostante i tanti anni di carriera alle spalle, non sembra per nulla aver voglia di sedersi sugli allori facendo dischi in fotocopia.