Una crescita costante, inesorabile e scandita da dischi che, uno dopo l’altro, stanno sempre di più segnando la grandezza compositiva dei veneziani New Candys, ormai realtà  solida e consolidata non solo nel nostro paese, ma anche a livello internazionale. I confronti con realtà  epocali come The Warlocks o Black Angels non sono certo forzati, ma sopratutto hanno basi solide, rafforzate da un sound che ormai plasma la natura psichedelica a piacimento, facendoci balenare davanti agli occhi la sabbia del deserto tanto quanto tenebrose cattedrali e oscuri palazzi fatte di tubi e cemento. Ecco la potenza del nuovo “Bleeding Magenta” da dove arriva, dal non volersi fermare alla classica dimensione visionaria, quella in cui si è soli e intorno a noi c’è il nulla, ma dal voler trasportare l’inquitudine e la necessità  del “viaggio” in una realtà  contemporanea, vissuta, ancora viva e pulsante.

I New Candys aprono le danze con la title track che ci porta in quel mondo che potresti aspettarti da loro, ma è già  con “Excess” che cupezza e tensioni urbane ci colpiscono in pieno: non sempre si può fuggire, a avolte si deve convivere con questa realtà  e ci si sente come in gabbia, con il cuore che batte e la testa che fa male, mentre l’orologio segna inesorabilmente le ore del nostro quotidiano. Una dimensione fortemente fisica questa che i ragazzi venezia dimostrano di avere compreso in pieno, trasmettendola con una forza incredibile e anche la successiva “Mercenary” non difetta assolutamente in questa dimensione, anche se vi sono degli spazi maggiori per rifiatare e per cercare di riprendere il controllo. Rimane comunque la capacità  di essere evocativi, di farci librare oltre i nostri confini, oltre i confini della nostra vista più precisamente: lo si intuisce in brani come “Lunar Day” che, in fin dei conti, è solo l’antipasto della deriva mistica che ci aspetta con la tripletta di “The Outrogeous Wedding” in cui davvero le nostre catene si sono spezzate e siamo di nuovo in grado di fluttuare, tra sperimentazioni e immagini rarefatte.

Non userei neanche la parola conferma, qui, giusto per tornare all’inizio, siamo in pieno climax ascendente e siamo convinti che non abbiamo ancora toccato la vetta!