L’evento BIG BANG, iniziato lo scorso 30 settembre e terminato il 14 ottobre, è stato organizzato dalla Fondazione CRT per festeggiare la riapertura della storica “cattedrale” di architettura industriale recuperata e restituita alla città .
Quella che viene chiamata la “nuova cittadella della conoscenza, della tecnologia e dell’arte” si sviluppa su circa 20 mila metri quadri e il costo del recupero è stato ben di 90 milioni di euro; ci si aspetta quindi che questi enormi spazi possano venire utilizzati in futuro per tantissimi eventi che una città  come Torino è in grado sicuramente di organizzare.

Sono stati 12 mila gli spettatori dei concerti gratuiti che hanno visto alternarsi sul palco nell’arco di 14 giorni oltre ai Chemical anche Giorgio Moroder, Elisa (funestato purtroppo dallo spray al peperoncino), Ghali, Omars Souelyman, Danny L Harle, e il super gruppo Atomic Bomb! con Samuel dei Subsonica.
Essendo tutti gli eventi a ingresso gratuito, la formula utilizzata ha ovviamente scontentato molta gente perchè occorreva registrarsi sul sito delle officine e attendere svariate ora in coda (anche se solo telematica), per poi leggere che gli accrediti per quel determinato evento erano terminati. Si è saputo addirittura che per motivi di sicurezza per la serata del 14 erano stati autorizzati solo 2700 ingressi; rigorosi controlli ai tornelli (manco allo stadio durante) e salone Fucine mezzo vuoto.

Ciliegina sulla torta di questo evento sono stati i Chemical Brothers a Torino. Niente aspettative in questo caso; ogni minimo entusiasmo veniva smorzato giorni prima dalle note perentorie degli organizzatori sul sito internet in cui si sottolinea quasi a lettere cubitali che “questo non è un concerto”. Chissà  perchè mi è venuto subito in mente il celebre film dei fratelli Coen. (No country for old men). Questa formula del dj set gestito da nomi celebri a livello internazionale, vuoi per motivi economici (perchè forse costa meno) vuoi perchè molto in voga, ha riscosso notevoli successi in tutta Europa e infatti fioriscono anche in Italia eventi, se non addirittura festival, di dance elettronica come il Nameless di Barzio (LC), che ha visto i due fratellini chimici come headliner la serata del primo giugno 2017. Qua a Torino, essendo la location al chiuso, non si sono voluti organizzare diversi concerti in contemporanea, evitando così di far girare la gente come trottole da un palco all’altro; si è pensato invece a un primo turno pomeridiano (con Atomic Bomb, progetto musicale nato in seno alla Luaka Bop di David Byrne) e al secondo turno serale (quando sera significa inizio poco prima della mezzanotte). Biglietti rigorosamente separati e due aperture cancelli distinte con tempi tecnici ovviamente da mettere in conto.

La sala fino alle 22,30 rimane praticamente vuota ma è perchè vi sono ampi spazi all’interno e all’esterno. Solo poco prima della mezzanotte hanno inizio le danze: partono con “She Wolf”, singolo del celeberrimo DJ David Guetta. Passano poi a una hit di DJ Cosmo “Blanket me”, omaggiando quindi i messicani “Torma’n Dub”. Infilano un loro brano del 2015 (“GO!”); qualche ammiccamento nella parte finale a “Hey boy Hey girl”, piccola concessione che in occasione di altri festival avevano fatto per intero. Tutto il resto una girandola di suoni provenienti da vent’anni di musica elettronica, passando ovviamente per i loro gusti personali. Verso le due, alla fine del live, diventa davvero difficile spezzare l’incantesimo che si era creato. La sensazione quando si esce è quella di aver partecipato alle prove generali di qualcosa di importante, una vera e propria sfida lanciata da questo nuovo fulcro culturale di Torino.