Wolf Alice al Santeria Social Club il 13 Gennaio 2018. Prima data italiana in assoluto della band Inglese.

Si perchè i realtà  i 4 ragazzi da Camden ci avevano già  provato un anno mezzo fa con il tour promozionale di “My love is Cool” ma il Bel Paese gli aveva di netto girato le spalle. Quel 22 Febbraio 2016 al Tunnel Club non ci fu nessun concerto, la data fu annullata causa una manciata o poco più di biglietti venduti, lasciando così quei pochi fan accaniti, come il sottoscritto, con un gran amaro in bocca.
Arrivano in Italia quindi a Gennaio 2018 e poco dopo dall’annuncio collezionano un perfetto Sold Out. Subito in rete cominciano ad apparire annunci di gente disperata che cerca biglietti per la serata che si terrà  al Santeria Social Club, location Milanese non molto capiente ma scelta forse strategicamente vista la “‘mancata’ esperienza precedente. Ma nessuno vende biglietti, e già  questo fa pensare.
Sia ben chiaro, mentre qui in Italia il sold out conferma le 500/600 persone, nelle date statunitensi e nel resto dei paesi europei le migliaia di persone sono ormai una routine per i Wolf Alice, che proprio nell’ultimo concerto in madrepatria all’Alexander Palace hanno raggiunto un importante sold out di oltre 10 000 persone.

Il concerto inizierà  alle 21.30 con le I’m Not a Blonde per poi proseguire alle 22.30 con i Wolf Alice.
Ore 17.45, io e un amico arriviamo al Santeria e con estremo stupore mi accorgo che al di fuori del locale regna il deserto, mi sale l’adrenalina perchè mi vedo già  in prima fila. Percorrendo l’esterno dell’edificio verso l’entrata del locale ci accorgiamo che dentro ad uno stanzino, oscurato da un paio di tende giganti e nere che danno sulla strada, Joff ed Ellie stanno parlando probabilmente pianificando gli ultimi dettagli della serata. Ci intravedono e io non perdo tempo, salutandoli. Loro mi rispondono sorridendo timidamente per poi chiudere meglio le grandi tende nere e tornare nella loro legittima riservatezza.
Entriamo nel locale e chiedo le prime informazioni, sto per sedermi per affrontare le lunghe ore di attesa quando intravedo all’esterno Theo Ellis, bassista della band, e il batterista Joel Amey. Arrivano dal Tour Bus parcheggiato proprio di fronte al locale e stanno per entrare. Non spreco l’occasione per salutare anche loro e mi avvicino con una stretta di mano e un “welcome in Italy”, loro mi ringraziano con un sorriso e mi lanciano un “thanks man” seguito da una pacca sulla spalla. Sono completamente e definitivamente fatto.

Le ore che seguiranno saranno infinite, anche se comunque il locale inizierà  a brulicare di fan impazienti che si scambiano tra loro qualche parola mentre, di tanto in tanto come se niente fosse, passa qualche componente della band.
Conosco nel frattempo uno Scozzese sui 60 anni, un grande appassionato di musica che è venuto a Milano da Glasgow con moglie e la figlia. Quest’ultima è una giovane ma grandissima fan dei Wolf Alice, ignara però che proprio gli stessi suoneranno a pochi metri dal tavolo in cui lei sta consumando l’ultima birra. Mentre lo battezzo “‘padre dell’anno’ con qualche risata ripenso a quelle 10 000 persone del sold out all’ “Ally Pally”. Si comincia a creare la fila di attesa fuori dal locale e mi ritrovo tra le prime 10 persone. L’attesa è lunga ma finalmente aprono le porte e tutti si fiondano sotto il palco. La stanza non è grande e al centro si trova la postazione degli ingegneri del suono. Nel frattempo mi ritrovo in seconda fila, dalla quale non mi schioderò nemmeno per un secondo ripensando nuovamente alle 10 000 persone che hanno riempito l’Alexander Palace, mentre noi saremo poco più di 500. Che occasione ragazzi, probabilmente una delle ultime per vedere la band in una situazione così intima soprattutto a fronte delle vendite dell’ultimo disco.
Finalmente alle 21.30 iniziano le I’m not a Blonde. Chiara “Oakland” Castello e Camilla Matley, presentano un synth pop arricchito da qualche richiamo punk elettronico in un progetto che si discosta per bene dai canoni del Bel Paese. La scaletta presenta alcuni brani inediti che saranno presenti nel nuovo lavoro del 2018 in arrivo il 26 di Gennaio, ma ovviamente non mancano i brani già  presentati nell’LP del 2016 “Introducing I’m Not a Blonde“, come la ritmata e ironica Peter Parker ricca di cori e voci tra sintetizzatori frizzanti e loop station. Il duo guadagna parecchia attenzione in una grande prova di multitasking estremo, le due polistrumentiste infatti alternano gli strumenti con abile maestria e i vari stacchi ritmici risultano di una precisione quasi svizzera. Chitarra, loop station da coordinare con i vari effetti vocali e pad elettronici da domare mentre la gente le acclama con entusiasmo .La performance finisce alla grande e il cambio palco è veramente rapidissimo.

Tocca ai Wolf Alice.
Pochi istanti di pausa e l’introduzione malinconica di pochi secondi in stile shoegaze di Havenward risuona nella stanza introducendo l’entrata della band. Appena li vedo finalmente realizzo in pieno di essere li a vedere quel gruppo che aspetto di vedere da ormai troppo tempo.
Urla e applausi danno il benvenuto a Ellie e soci, mentre la prima canzone è ormai iniziata. Il pubblico è molto attento e i suoni in generale, visto e considerato l’ambiente, sono buoni anche nelle prime file.
Ma il pubblico attento esplode completamente con la seconda canzone, trasformandosi in una massa che si muove uniformemente in moto ondoso. Yuk Foo fa partire un pogo coinvolgente e perfetto per una canzone del genere mentre gli spettatori, che vanno dai 20 ai 60 anni di età , sono ormai completamente innamorati.
La band non sbaglia un colpo e capisce di aver conquistato la folla mentre tra una canzone e l’altra la reattività  è impeccabile. Il ferro non è caldo, ma rovente, e viene battuto in maniera maestosa plasmando un martello sonoro che batte incessantemente nelle orecchie del pubblico. “You’re a Germ”, “Your Love is Whore Bros”, “Silk”, tutti brani del primo album che vengono sparati come proiettili e alternati ai più recenti “St. Purple & Green” e “Don’t Delete The Kisses”, quest’ultima dal vivo che suona proprio come il disco.

L’immagine generale della band sul palco è molto composta e professionale, ma allo stesso tempo dinamica e piena di energia. Ellie risulta la vera leader della band, impeccabile nelle liriche come nei movimenti. Il pubblico è visibilmente ai suoi piedi mentre Joff impazzisce di netto con la sua chitarra arrivando quasi a fracassarla sul palco tra le note di “Space&Time”. Joel e Theo danno conferma della loro incredibile e unica complicità , rendendo il comparto ritmico essenziale e necessario quanto una platea che ingloba le colonne portanti di un edificio. Si passa da “Beautifully Unconventional” a “Formidable Cool” fino ad arrivare alle note dell’acclamatissima Sadboy per poi concludere con la celebrativa “Visions of a Life”. La scaletta è quindi stata pensata per accontentare un po’ tutti visto che fino a quel momento si parla di circa un 50 e 50 tra vecchio e nuovo album. Arrivata al sedicesimo brano la band prova ad uscire salutando timidamente il pubblico, ma quest’ultimo non ci sta e chiama a gran voce la band la quale, come è di solito fare, si ripresenta sul palco per il dovuto encore.

“Blush” e “Giant Peace” decretano la fine della performance dei Wolf Alice che per 1 ora e mezza ci hanno deliziato come loro sanno ben fare. Proprio l’ultimo brano rende protagonista il pubblico che per l’occasione organizza un piccolo, ma d’effetto, pogo circolare che richiama un po’ le atmosfere irrequiete di concerti stile Motorhead, Carcass & Co, e che di fatto impressiona la stessa band. I ringraziamenti sono rapidi e indolore, la band ripone gli strumenti alla meno peggio mentre i feedback degli amplificatori ancora accesi impazziscono nell’aria e Ellie ringrazia con una frase ben specifica : “scusate se ci abbiamo messo tanto tempo a ritornare, siete stati qualcosa di incredibile”.
E magari averle potuto rispondere, perchè quelli che hanno reso veramente incredibile la serata sono stati proprio loro, come doveva essere. Milano è stata conquistata e io mi dirigo verso l’uscita mentre la security sta cominciando a sgombrare l’ambiente. Le ultime parole al di fuori del Santeria, gli ultimi saluti e ci avviamo verso la macchina. Ci aspetta un viaggio di quasi due ore e mezza, meglio se inseriamo nell’autoradio i Wolf Alice e ascoltiamo per l’ennesima volta Visions of A Life.

Setlist:
1. Heavenward
2. Yuk Foo
3. You’re a Germ
4. Your Loves Whore
5. St. Purple & Green
6. Don’t Delete The Kisses
7. Planet Hunter
8. Bros
9. Silk
10. Beautifully Unconventional
11. Formidable Cool
12. Sadboy
13. Space & Time
14. Moaning Lisa Smile
15. Visions Of A Life
16. Fluffy

Encore:
19. Blush
20. Giant Peach

Le foto delle serata:

 


Wolf Alice, Santeria, Milano

 


Wolf Alice, Santeria, Milano

 


Wolf Alice, Santeria, Milano

 


Wolf Alice, Santeria, Milano


Wolf Alice, Santeria, Milano


Wolf Alice, Santeria, Milano


Wolf Alice, Santeria, Milano