Il nome di Nick JG Hodgson è decisamente caro a tutti i fan dei Kaiser Chiefs, perchè l’ex batterista di quella formazione è stato anche autore e alcune delle canzoni più riuscite della band portano la sua firma. Fino ad oggi si era limitato a scrivere per altri, ma piano piano è emersa anche la volontà  di comporre dei brani da presentare come solista e da lì arrivare a un disco suo nome il gioco è stato breve.

Niente rock pimpante e corettoni a presa rapida che potrebero rimandare a  una “I Predict A Riot”, qui siamo in una zona liquida e vagamente popedelica tra Bowie,  E.L.O. e McCartney, tra soft-rock e anni ’70, in cui il songwriting non sempre eccelle per brillantezza (per l’originalità  ripassare alla prosima puntata) ma che, tutto sommato, non si abbassa mai sotto quella soglia che spinge alla noia o allo skip. Suoni curati, arrangiamenti cangianti, buona alternanza tra ballate e qualche accellerazione, una voce che non ci pare memorabile, un paio di ritornelli ben curati che funzionano molto bene ma anche momenti sempre orecchiabili, ci mancherebbe, ma più innocui (in “Tomorrow I Love You” ci vengono addirittura in mente i Toploader) o altri che stentano un po’ a decollare.

Un discreto inizio di percorso, ma possiamo aspettarci ben di più.