Il paragone con la sua band principale, gli Strokes, è sicuramente pesante, ma Albert Hammond Jr, figlio d’arte, aveva dimostrato più di una volta le sue buone caratteristiche anche nelle sue avventure soliste. Purtroppo il lavoro più recente, “Momentary Masters”, uscito nell’estate del 2015, non aveva certo brillato per la sua bellezza, ma questo suo quarto LP, “Francis Trouble”, uscito da poche settimane per Red Bull Records, potrebbe segnare, invece, il riscatto e il ritorno alla forma per il musicista nato a Los Angeles.

Questo nuovo disco del chitarrista degli Strokes è molto personale e il titolo prende il nome dal suo gemello, deceduto purtroppo nella pancia della madre: nonostante il tema sia molto importante e doloroso, lo stesso Hammond ha dichiarato che non è un tributo verso il fratello e che non si deve prendere l’album troppo seriamente, con “Francis Trouble” che dimostra di essere brillante, fresco, energico e vibrante.

Non ci aspettiamo un capolavoro, ma questo nuovo LP si avvicina alle sonorità  che avevamo conosciuto nei primi Strokes e che ci avevano fatto innamorare del gruppo di Julian Casablancas, che da ormai troppo tempo sembra aver perso la sua vena vincente. Basta ascoltare per pochi secondi un brano come “Set To Attack” per farci riportare la memoria allo storico “Is This It”: un divertente garage lo-fi dalla ottima sensazione melodica, che ci regala anche un assolo di chitarra verso il finale.

E se le chitarrine sono ancora presenti in “Rocky’s Late Night”, c’è anche un’atmosfera più soffice, con alcune tastiere, almeno all’inizio, e comunque una giocosità  che, nello stile, ci ricorda i migliori Franz Ferdinand (ritrovabile anche nella successiva “Strangers”).

Alla fine dei conti “Francis Trouble” non cambierà  la vita di nessuno nè la storia della musica, ma vi farà  passare trentasei (come l’età  che aveva Albert quando ha scoperto del gemello morto nell’utero della madre) minuti molto piacevoli e pieni di nostalgia. E, per favore, non dite ancora che il guitar-rock è morto!