Mantenere le promesse è un casino, almeno per quanto riguarda la mia persona, faccio sempre fatica perchè solitamente, per casi di forza maggiore, non riesco a rispettare la parola data, ma, questo giro, i King Gizzard & The Lizard Wizard hanno rispettato ciò che avevano detto, ovvero sfornare 5 album in un anno. Rimasi incredulo al tempo, molto semplicemente perchè, con tutti i tour con cui avrebbero avuto a che fare, difficilmente avrebbero avuto il tempo di registrare…ma, sapete quanto è bello sbagliarsi?! In un “lontano” freddo e grigio mattino di capodanno esce l’ultimo album dei King Gizzard del 2017 “Gumboot Soup”.

Il titolo dice tutto, un bella zuppa ricca delle cose più disparate: molto semplicemente ogni traccia dell’album è un genere differente, partendo ad esempio dalla prima, “Begginer’s Luck”, una delle canzoni più belle, molto “beatlesiana“, che strutturata così ti rimane per forza in testa. Ci sono brani come “Muddy Water” che dentro “Polygondwanaland” sarebbero stati perfetti e delle tracce microtonali come “All Is Known” e “Greenhouse Heat Death” che nel contesto di quest’album ci stanno bene.

Però “Gumboot Soup” non è esente da difetti, contenendo, secondo me, la canzone più brutta fra i cinque album usciti nel 2017, ovvero “The Great Chains Of Being”. Cos’è sto obrobrio? Son serio, davvero, sembra una parodia delle canzoni metal degli anni ’80, ma riuscita male. In più voglio sottolineare una cosa (forse un delirio mio): in “I’m Sleeping In” si sente che nella registrazione qualcosa non va, man mano che la canzone va avanti sembra che il gain della batteria e del battere delle mani aumenti, non so se è voluto ma dà  davvero molto fastidio.

Ascoltando “The Wheel”, con il rimando al futuro, beh, capisco che ci stiamo dirigendo verso un nuovo livello, sia della band, sia del mondo della (loro) musica e sono già  pronto a divertirmi. Ascoltatevi “Gumboot Soup”, vi ritroverete a giocare d’azzardo con una mano più che fortunata, farete il bagno nell’acqua sporca e vi troverete sull’ultima oasi (musicale) rimasta al mondo.


Photo: Jamie Wdziekonski