“Lost Friends” è l’esordio discografico dei Middle Kids, terzetto sbucato dalle siepi dell’indie australiano che ci aveva già  incuriosito con il primo omonimo Ep, raccolgliendo tra l’altro il plauso di nientepopodimeno che sir Elton John.
E’ un disco che non colpisce come una mazzata, ma si insinua nelle orecchie con dolcezza e qualità .
Hannah Fitz alla voce e chitarra, il suo fresco marito Tim Fitz al basso Harry Day alla batteria sanno fare il loro dovere e costruiscono dodici canzoni che mescolano strampoli di idie rock a un pop versato sottobanco.

“Bought it” apre l’album alternando la quiete quiete alla tempesta di una richiesta d’aiuto, e sfocia nell’indie-rock più classico di “Mistake” e nella sentimentale “Edge of Town”. Si passa poi alle romantiche rassicurazioni all’amato in forma rock ballad di ” Don’t Be Hiding”, dove Hannah canta “You don’t have to sell it, I am sold/So give me all your garbage and your gold.”
Il suono acuto, energico e arioso alla Cranberries di “On My Knees” scorre anche in “Please”, dove rieccheggia anche un tocco Arcade Fire.
Così come il sound triste di una relazione stagnante di “Tell Me Something” torna anche nella conclusiva e drammatica “So Long Farewell I’m Gone”.

In “Lost Friends” si parla di emozioni e amori, dubbi, insicurezze, amicizie costruite e altre distrutte: sensazioni tipiche di una fase di crescita, quella che il trio sta vivendo sulla propria giovane pelle. Fatte di alti e bassi, di drammatici crescendo finali, che si rispecchiano nel suono della band.

Un disco pulito e ben costruito, senza troppi colpi di testa (e neppure di genio), frutto di tre strumentisti super preparati ( il batterista ha studiato jazz al conservatorio di Sydney, tanto per dire) che arricchiscono di cori, violoncelli, pedali e tessuti elettronici il loro sound di base.
I Middle Kids si trovano a un bivio: volare sempre più in alto o atterrare sul confine del successo.
Ai posteri – e al prossimo disco- l’ardua sentenza.

Photo Credit: Ellie Smith