Nuova fatica per il grandissimo Stephen Malkmus. Ad accompagnare l’ex leader dei Pavement, alla settima prova da solista, i soliti  The Jicks, composti da Mike Clark (tastiere), Joanna Bolme (basso) e Jake Morris (Batteria).  “Sparkle Hard” arriva a 4 anni di distanza dal precedente “Wig Out At Jagbags” ed è stato prodotto da Chris Funk dei  Decemberists. Si intuiscono subito le notevoli potenzialità  con la tripletta iniziale, “Cast Off”, “Future Suite”, “Solid Silk”.   “Sparkle Hard” è veramente un lavoro incredibile, ben fatto, ispirato. La sensazione è che l’ormai consolidata formazione si sia super divertita. La scaletta, multiforme ma non dispersiva, presenta lo stile indiscusso Pavement in almeno 3 o 4 brani. Già  questo varrebbe l’acquisto del disco. Alcuni tratti Wilco nella bellissima “Solid Silk”, ma soprattutto tanta energia, una giusta dose di leggerezza, che non dovrebbe mai mancare senza trascurare una minuziosità  di dettagli negli arrangiamenti, nel sound e nell’intenzione. Lucidità  ma anche imprevedibilità  e istinto. Un mix che veramente ti fa pensare che un disco del genere a metà  di questa buonissima annata proprio ci voleva. La scaletta scorre che è una meraviglia. Spunti alt folk, la loureddiana che corteggia il kraut   “Bike Lane” è una superba giocata. La melanconica “Middle America” ti resta dentro e puoi solo canticchiarla per molto moltissimo tempo. Il disco presenta nel mezzo una fase bella suonata con pezzi accattivanti. Vi chiedo di spararvi “Kite” in auto e poi ne parliamo. Interessante spunto country scanzonato con un featuring d’eccezione (Kim Gordon) in Refute e un finalone pseudo-prog, chiudono 40 minuti di puro alternative rock fatto come si deve.

“Sparkle Hard” è uno di quei dischi che ci voleva. Un ben volentieri ritorno agli anni d’oro dell’alternative, delle chitarre suonate, delle canzoni immediate ma complesse, un disco che si lascia affascinare da nuovi direzioni musicali ma con la dovuta cautela. Confermare se stessi oggi non è poi così scontato.

Gran bel disco