di Dario Thorre

Tanto lo sapevo che prima o poi avrei cambiato idea anche se ormai non ci speravo più.

Diciamocelo, sono ormai anni che ci propinano sequel, reboot e prequel di film rimasti nell’immaginario popolare fallendo miseramente perchè il problema di fondo è uno, secondo me: una storia appartiene ad un momento storico, a quell’epoca e basta. Appartiene al colpo di genio, ad un momento irripetibile che un autore, un regista o uno sceneggiatore hanno avuto e che non potrà  mai essere eguagliato. Tutto quello al quale ho assistito ultimamente non ha mai sfiorato la magia di capolavori come, e faccio un esempio lampante, Ghostbusters. Attori indimenticabili, ironia e avventura dosate in modo perfetto e sappiamo tutti cosa è accaduto al film, che nemmeno oso chiamare con lo stesso nome, due anni fa.

Poi succede il miracolo e a rispondere ad un prodotto dimenticabile quale può essere The Karate Kid con Jackie Chan, arriva qualcosa che ha passione e rispetto per ciò che è stato. Cobra Kai è il risultato di questi due ingredienti. Prodotto da You Tube Red, Ralph Macchio (il fu Daniel Larusso) e William Zabka (Johnny Lawrence) stessi, questa serie è l’ideale e perfetto sequel della trilogia di Karate Kid diretta da John G. Avildsen dall’84 all’89 e ne conserva tutte le caratteristiche ci hanno fatto amare Daniel Larusso, Sensei John Kreese e sopratutto il mitico maestro Miyagi. Pat Morita non c’è più, ma vi assicuro che in molti momenti di questi dieci episodi della prima stagione, ne avvertiamo la presenza con commozione.

L’abilità  degli autori è stata quella di riproporre i due personaggi che tutti conosciamo catapultandoli nella All Valley odierna e affiancandogli una nuova generazione di teen agers alle prese con i problemi che affliggono tutti gli adolescenti. Certo, ogni tanto si cade nel melenso e nella citazione forzata ai vecchi film, ma perbacco, vedere un Johnny alle prese con una dipendenza da alcool, separato, con un figlio il cui rapporto è a zero e che deve sbarcare il lunario facendo il manutentore nelle ville dei ricconi ce lo rende subito più simpatico sopratutto quando fissa con sguardo disperato dalla sua automobile con i Poison a palla, i cartelloni pubblicitari con il faccione di Ralph Macchio/Daniel Larusso, ormai agiato venditore di automobili di lusso con due figli, moglie affascinante e villa con piscina.

La situazione è ribaltata e nelle dieci puntate assisteremo ad una escaltion di colpi di scena senza sosta, compreso il ritorno del dojo di karate più amato della storia del cinema: il Cobra Kai. La prima stagione la si può vedere in chiaro solo per le prime due puntate, sottotitolate in inglese, sul tubo, per poi essere acquistate, dalla terza in poi, ad un prezzo davvero irrisorio. Fidatevi, tornate ad All Valley e accompagnate Johnny nel suo tentativo di rinascere come uomo e come atleta, seguite di nuovo Daniel che riscoprirà  gli insegnamenti di Miyagi che per troppo tempo aveva dimenticato, salite sulla pedana ripetendo come un mantra: Cobra Kai, non muore mai!