I fell in love with a war
Nobody told me it ended

Mitski ““ A Pearl

Mitski Miyawaki (o più semplicemente Mitski, nome di battesimo diventato nome d’arte e di battaglia) ama dare titoli curiosi ai suoi album. Il primo si chiamava “Lush” (un classico) il secondo era già  più avventuroso: “Retired From Sad, New Career in Business”. “Bury Me at Makeout Creek” parafrasava abilmente una frase dei Simpson e due anni fa è arrivato “Puberty 2”, la seconda giovinezza di un’artista che stava ancora vivendo la prima. Il disco della consacrazione, che ha cambiato la carriera di Mitski e le ha permesso di dividere il palco con Pixies e Lorde oltre a collaborare con i Xiu Xiu. Niente male per una giovane donna di ventisette anni, che è nata in Giappone ma da bambina ha viaggiato molto prima di stabilirsi a New York.

“Be The Cowboy” è stato prodotto da Patrick Hyland, come buona parte dei dischi precedenti, ed è l’ennesima evoluzione musicale per Mitski che negli anni è stata capace di passare dagli arrangiamenti piano e voce dei primi album al suono distorto e lo-fi di “Bury Me at Makeout Creek” alle chitarre feroci di “Puberty 2”. Questo quinto album parla di donne: donne ironiche, indipendenti, vivaci, romantiche, forti e vulnerabili. Donne di ghiaccio che improvvisamente perdono il controllo come la protagonista di “Geyser” o sbarazzine e nostalgiche come quella di “Nobody” che sogna ad occhi aperti un bacio da film. Tante identità  diverse che Mitski interpreta con naturalezza, senza paura di mescolare synth pop e sassofoni, piano, chitarre e batteria in uno stile più vario e leggero rispetto a “Puberty 2”. Fortemente personale e difficilissimo da etichettare, sfrenato e intenso.

E’ una fine osservatrice Mitski e quando racconta una storia (l’amicizia spezzata di “Old Friend” ad esempio) quando descrive un attimo che sembra quasi rubato come fa in “A Pearl” o nel lungo viaggio in taxi di “Lonesome Love” si mette in gioco completamente, cercando di essere autentica più che perfetta. Le sue sono donne che soffrono, lasciano e vengono lasciate e quando decidono di restare lo fanno tra mille dubbi e qualche ripensamento (“Me and My Husband” docet). In quello che è probabilmente il suo album meno autobiografico Mitski Miyawaki è diretta, intima e graffiante come non mai e conferma di essere una delle voci al femminile più interessanti e originali di questi ultimi anni.

Photo Credit: Bao Ngo