Rieccolo Dylan Baldi, chitarra addosso con i suoi Cloud Nothings: l’affiatamento nella band di Cleveland non manca, e trasuda da ogni singolo pezzo, sia più morbido o più bellicoso.

Ed in questo “Last Building Burning” i ragazzi dell’Ohio non ci vanno per il sottile: pronti via e la batteria di “On a Edge”  martella durissimo di fianco ad una chitarra impazzita con  Baldi che urla ai limiti della comprensione; “Leave Him Now” calma un po’ le acque riprendendo coordinate più melodiche e familiari, ma l’aria resta infuocata e tremendamente punk: “In Shame” conferma le sensazioni, “Offer an End” e “The Echo of The World” mettono la marcia più lunga ma non calano grip ed energia, tutto per sublimare nei quasi 11 minuti di “Dissolution” che nasconde nel suo secondo/terzo una virata strumentale nell’inquietudine che finisce per disorientarci, visto quanto sentito finora, e che in coda torna a mostrare nervi e muscoli in una dimensione squisitamente jam. E’ l’apice – forse non preventivato, sicuramente spiazzante –  di tutto il disco, la cima della montagna raggiunta freneticamente e rumorosamente: una volta scollinati, il terreno intorno è bruciato e il passo di “So Right So Clean” ci permette di respirare, affannosamente, per cercare di riprendere la traiettoria di corsa con “Another Way of Life”.

Conti alla mano, al netto della richiamata “Dissolution”, non ci si aspettino particolari ricercatezze stilistiche o compositive:  “Last Building Burning” è vigore, intensità   quando non direttamente lavica adrenalina, tanto istinto più che studio, e che quindi non vediamo l’ora di vedere trasposto nella dimensione live per cui sembra davvero essere venuto al mondo.

Photo Credit: Daniel Topete