Fan degli Hà¼sker Dà¼, gioite: Greg Norton è tornato a farsi vivo. Il bassista con i baffi a manubrio più famosi dell’alternative rock riemerge dall’anonimato grazie ai Porcupine, band di Minneapolis che prende il nome da un album degli Echo & the Bunnymen ma dice di ispirarsi principalmente alla musica di Queens of the Stone Age e Swervedriver.

A guidare questo piccolo progetto nato nel 2006 vi sono il cantante/chitarrista Casey Virock e il batterista Ian Prince, due veterani del sottobosco dell’Upper Midwest con alle spalle un paio di album (“The Trouble With You” del 2009 e “The Sensation Of Being Somebody” del 2012) e una valanga di EP, tra i quali uno prodotto niente po’ po’ di meno che dal leggendario Steve Albini (“Carrier Wave” del 2015). In quest’ultima categoria rientra anche “What You’ve Heard Isn’t Real”, il primo lavoro pubblicato dal trio dopo l’ingresso in formazione di Norton nel 2016.

Naturalmente l’influenza degli Hà¼sker D༠c’è e si sente ““ e non potrebbe essere altrimenti, considerando l’inclusione in scaletta di una ruvidissima rivisitazione in chiave grunge di “Standing By The Sea” (dal classicone “Zen Arcade” del 1984) che sa tanto di omaggio al compianto Grant Hart. Nella tavolozza di colori a disposizione dei Porcupine ci sono però anche reminiscenze indie anni “’80/’90 che riportano alla mente i bei tempi andati di Sebadoh e Superchunk (“Distraction”, “Pull” e “Tell Me”), qualche timido richiamo agli Strokes degli esordi (il riff di chitarra nella strofa di “Lifetime”) e una piccola chicca: una versione dal vivo molto energica e vicina al post-hardcore sincopato di scuola Quicksand di “Exit 180” (l’originale la trovate in “The Trouble With You”).

Appena sedici minuti per un sentitissimo viaggio nel passato ““ più o meno remoto – della migliore tradizione alt rock a stelle e strisce, privo di guizzi ma ricco di passione per una stagione indimenticabile di cui Greg Norton fu, all’ombra di due giganti come Grant Hart e Bob Mould, silenzioso ma essenziale protagonista.