Il 20 febbraio del 1984 usciva l’omonimo album di esordio degli Smiths, la band che, in quattro anni di attività  e altrettanti album, ha segnato la musica degli anni 80.

Il loro album uscirà  in piena sbornia new wave , quando ormai molte band che avevano trainato il movimento nei primi anni 80 avevano raggiunto un vasto pubblico.

L’arrivo degli Smiths rimescola le carte, imponendo un sound subito identificabile, con la chitarra di Johnny Marr che sembrava evolvere lo stile di quegli anni, e le liriche di Morrissey, che già  nell’esordio imponeva uno stile di scrittura colta e nel quale, un’analisi della realtà  poeticamente crudele e volontariamente provocatoria, finirà  per attirare subito aspre critiche e immediate censure.

Gli Smiths  troveranno negli anni sempre nuovi fans adoranti, anche dopo il loro scioglimento, e verranno osannati  per “The Queen is Dead”, considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, ma il loro album d’esordio The Smiths è un grande immenso gioiello ed è, almeno per me, il loro album più interessante.

La prima realizzazione dell’album, che doveva intitolarsi “The Hand That Rocks the Cradle”, fu prodotto da Troy Tate, ex chitarrista dei Teardrop Explodes,ma il risultato non fu dei migliori, e finì per essere registrato nuovamente con la collaborazione del produttore Jhon Porter.

Si racconta che Morrissey non fosse ancora soddisfatto, e si sa che il buon Moz non ha un facile caratterino, ma il costo raggiunto nella fase produttiva finì con il dover scoraggiare ulteriori interventi.

L’album ha alcune caratteristiche che accompagneranno tutta la loro produzione, come la cover che anche nei 45 giri sarà  occasione per omaggiare personaggi della cultura pop, attori, scrittrici, spesso sconosciuti al grande pubblico, la scrittura musicale nella quale la voce di Morrissey traccierà  melodie spesso sorprendenti ed uniche, e infine i testi, mai banali che il più delle volte hanno percorsi nei quali l’analisi del momento, o le storie che si raccontano, sono impreziosite da una scrittura volutamente sarcastica e provocatoria.

La prima uscita dell’ album non comprendeva “This Charming Man”, che sarà  inserito nella versione in cassetta e successivamente nella realizzazione dell’album per il mercato americano.

Il brano di apertura è “Reel Around the Fountain” che pur non uscendo come 45 giri, a causa di pretestuose e infondate accuse di pedofilia rivolte alla band, è in assoluto uno delle loro migliori composizioni.  

Il brano affronta il tema della perdita dell’innocenza nel brano più lungo dell’album.

Il seguente, “You’ve Got Everything Now”, affronta un tema, la possibilità  di scegliere la propria vita e la propria libertà , che Morrissey riprenderà  molti anni dopo con “Spent the Day in Bed” ma in maniera meno brillante di questo brano,   ‘”Miserable Lie” si fa notare per un finale in cui Morrissey sfodera un sorprendente falsetto mentre tutto il brano accelera.

Il quarto brano è “Pretty Girls Make Graves” , forse il brano meno incisivo di tutto l’album ma che ha comunque il basso di Andy Rourke in buona evidenza, e che sarà  il nome di una Indie band degli anni 2000.

“The Hand That Rocks the Cradle” è un altro brano che attiró accuse di pedofilia e che  è interessante perchè riassume il metodo di scrittura sorprendente che Moz poi riproporrà  in molti altri brani futuri, quello che sembra una ninna nanna protettiva e rassicurante svela un finale dai significati oscuri.

“This Charming Man”, come già  detto uscirà  solo nella versione americana e in quella su cassetta in UK , è un brano molto amato dai fans con la chitarra di Marr che si mostra in tutto il suo splendore, seguito da “Still ill” ,una canzone immortale, con una melodia bellissima e uno dei testi migliori di Morrissey, che può essere letto come una semplice ma struggente fine di un amore o come una denuncia sulle antiche visioni dell’omosessualità  come malattia.

“Hand in Glove” fu il loro primo singolo, in questo brano ho sempre visto un omaggio alla letteratura inglese da Shakespeare , Romeo e Giulietta, fino a Oscar Wilde tanto amato dal buon vecchio Moz, in pratica un “De Profundis” riassunto in una canzone.

“What Difference Does it Make” è il momento più rock dell’album, un grande e duraturo successo,  con un taglio più fine anni 70, seguito da “I Don’t owe you anything” che secondo me è uno dei brani più sottovalutati dell’album, con una linea melodica coinvolgente e un testo molto interessante.

Il brano di chiusura è “Suffer Little Children” che attirerà  altre forti critiche alla band, Morrissey nel testo riporta un episodio di cronaca nera accaduto vicino Manchester quando lui era bambino, una coppia di amanti aveva rapito e ucciso tre bambini.

Il testo in alcuni passaggi citava il nome dei bambini  in una maniera che sembró irrispettoso:

“Lesley-Anne con le tue belle perle bianche,

Oh John non sarai mai un uomo

E non vedrai mai più la tua casa
….
Edward vedi quelle luci seducenti?”.

In particolare furono questi passaggi del brano che attirò le ire dei familiari delle vittime che si scagliarono contro Morrissey.

Il cantante riuscì poi a spiegare che il brano voleva essere un omaggio alle vittime e l’occasione per ricordarle dopo tanti anni, e le polemiche rientrano.

Dal punto di vista musicale è un brano anomalo rispetto alla produzione degli Smiths, ma comunque intenso ed affascinante, qualcosa di simile solo ad alcuni brani come  “Meat is Murder” o “Death of a Disco Dancer”.

I lavori degli Smiths sono stati tutti di grande livello, gli album, le raccolte, anche le b-sides dei 45 giri, ma questo loro album d’esordio ha un fascino particolare, un lavoro che periodicamente viene voglia di riprendere e di mettere sul piatto per ricordare che è tempo che la storia venga raccontata.

Morrissey – voce
Johnny Marr – chitarra, armonica a bocca
Andy Rourke – basso
Mike Joyce – batteria

The Smiths ““ ”  The Smiths”Data di pubblicazione: 20 febbraio 1984
Tracce:  11
Lunghezza:  38:14
Etichetta:  Rough Trade
Produttori: The Smiths, John Porter

Tracklist

  1. Reel Around the Fountain
  2. You’ve Got Everything Now
  3. Miserable Lie
  4. Pretty Girls Make Graves
  5. The Hand That Rocks the Cradle
  6. This Charming Man
  7. Still Ill
  8. Hand in Glove
  9. What Difference Does It Make?
  10. I Don’t Owe You Anything
  11. Suffer Little Children