di Fabio Campetti

Torna in Italia, per una manciata di date, Jack Tatum, meglio conosciuto come Wild Nothing per presentare il disco nuovo, uscito verso la fine dell’estate dello scorso anno per la deliziosa Captured Tracks. “Indigo”, il titolo, è il quarto capitolo di questo fortunato progetto. Confesso che ho un piccolo debole per l’artista in questione, perchè sebbene non abbia ancora pubblicato quelle ht evergreen (a volte più furbe che belle), è riuscito a ritagliarsi un posto d’onore nell’èlite della new wave / post-punk mondiale, con pieno merito, in grado di re-inventarsi un suono personale, esplorando e assillando le normali influenze del caso per farle proprie con un marchio di fabbrica tutto suo: moderno, eclettico e assolutamente in linea con questi confusionari anni 10.

Nella sempre piacevolissima Santeria, questa sera Jack va a pescare gli episodi migliori della sua produzione in una setlist precisa ed efficace, una sorta di greatest hits, di materiale ce n’è a iosa, ma sono state fatte delle scelte confezionando un concerto con 16 brani e un’ora e venti di musica.

Non mancano le tessere del suo mosaico personale più importante come la bellissima “Summer holiday”, la dreamy “Life of pause” o come l’iniziale “Nocturne”, fino ad arrivare ai singoli che hanno lanciato “Indigo” ovvero “Letting go” e “Partners in motion”, ma anche “Shallow water” uscito per terzo. Dal vivo le atmosfere in stile 4AD di Wild Nothing guadagnano ulteriore pathos e geometria, con un suono puntiglioso, pignolo e ricchissimo di sfumature.

Audience di affezionati e veri appassionati, in una Santeria gremita da pubblico delle grandi occasioni, tutto fila liscio fino alla conclusiva “Shadow” che chiude il live con un trittico di bis inneggiati a furor di popolo. Menzione speciale per il guest d’apertura, il cantautore italianissimo che si fa chiamare Old Fashined Lover Boy, che pesca dal folk tradizionale americano e in solo version o accompagnato da un amico al piano per qualche canzone, affronta con il giusto piglio l’ancora poco pubblico, regalando emozioni, insomma…serata di quelle belle.

Photo: Ryan Patterson