Paul Weller è sempre stato attento alla moda e alle mode. Bravo a capire in che direzione stava andando il mondo della musica, decidendo liberamente se seguire la corrente o meno. La scelta più rischiosa in una carriera non certo avara di svolte mancine è stata sicuramente quella fatta a inizio anni ottanta: sciogliere i The Jam e formare i The Style Council insieme al tastierista Mick Talbot dei Dexys Midnight Runners.

Una decisione che ha scatenato una vera e propria crisi d’identità  nella seconda generazione di mod inglesi che consideravano Bruce Foxton, Rick Buckler e Paul Weller un modello di stile e di comportamento. Ragazzi che faticavano a capire come il “Modfather” Weller potesse rinunciare ai blazer con la Union Jack per salire sull’immancabile Vespa e sfrecciare via insieme a Talbot verso un futuro fatto di caffè parigini, mocassini e ritmi (northern) soul.

“Cafè Bleu” è il vero esordio degli Style Council, dopo un giro di prova fatto con il mini ““ LP “Introducing The Style Council”. Elegante, sofisticato, con una citazione di Jean Paul Marat in copertina, mette in luce la grande cultura musicale e il lato intellettuale del Weller ““ pensiero. Orecchiabile, con arrangiamenti che ricordano il jazz e la saudade di tanta musica brasiliana il primo degli Style Council è in realtà  un lavoro di gruppo visto che Talbot e Weller sono accompagnati da un gran numero di musicisti riuniti sotto il nome di Honorary Councillors.

Tracey Thorn degli Everything But The Girl tira fuori il vestito da sera e copre di velluto “The Paris Match”, Ben Watt suona la chitarra, Steve White la batteria, Billy Chapman e Hilary Seabrook il sassofono, Bobby Valentine il violino. Quella di “Cafe Bleu” è una piccola rivoluzione gentile, in cui Weller non rinuncia a dire la sua politicamente (in “The Whole Point of No Return” più che altrove) ma lascia spazio agli altri, persino al proto rap di Dizzy Hites in “A Gospel”.

Trascinato da singoli come “You’re the best thing” e “My Ever Changing Moods” “Cafe Bleu” è arrivato al secondo posto nelle classifiche inglesi, smentendo gli scettici. Alcuni brani (tipo “Strength of Your Nature”) sono invecchiati peggio degli altri ma resta un album coraggioso, capace di descrivere nota dopo nota un momento di passaggio della musica inglese.

Data di pubblicazione: 16 marzo 1984
Registrato Solid Bond Studios, CBS Studios (Londra)
Tracce: 13
Lunghezza: 43:57
Etichetta: Polydor
Produttori: Paul Weller, Peter Wilson

Tracklist
1. Mick’s Blessings
2. The Whole Point of No Return
3. Me Ship Came In!
4. Blue Cafè
5. The Paris Match
6. My Ever Changing Moods
7. Dropping Bombs on the Whitehouse
8. A Gospel
9. Strength of Your Nature
10. You’re the best thing
11. Here’s One That Got Away
12. Headstart for Happiness
13. Council Meetin’