In italiano l’espressione “Live Through This” può essere tradotta in diversi modi. In ogni caso, il concetto resta sempre più o meno lo stesso: superare le difficoltà  senza fare troppe storie. Uscirne vivi, costi quel che costi. Courtney Love non avrebbe potuto trovare titolo migliore per il secondo album delle sue Hole: un lavoro crudo, onesto e schietto che, pubblicato appena una settimana dopo il suicidio del marito Kurt Cobain, si trasformò in un appiglio cui aggrapparsi per non precipitare nel baratro.

Un’opera tanto affascinante quanto maledetta, schiacciata tra una sfilza infinita di sfortune e tragedie (nel giugno dello stesso anno un’overdose da eroina si sarebbe portata via anche la bassista Kristen Pfaff) che la cantante e chitarrista di San Francisco affronta a muso duro, alternando momenti di fragilità  e rabbia in dodici brani nei quali il marciume del grunge e la dolcezza del pop si sposano alla perfezione. E pensare che solo tre anni prima, con l’abrasivo (e ingiustamente rinnegato) “Pretty On The Inside”, la band si era presentata al mondo nella maniera più rumorosa possibile, macinando noise come non ci fosse un domani.

In “Live Through This”, invece, tutto si fa più melodico, sognante, curato e persino raffinato, in un eterno gioco di contrasti e volumi. Brani come “Doll Parts” e “Softer, Softest” intrigano per il loro flirtare con i toni sommessi del folk; alla stessa maniera, la meravigliosa “Miss World” ci scioglie i cuori con le sue strofe zuccherine e ci pugnala alle spalle con il terribile mantra che si ripete senza fine nel ritornello, un urlo contro l’orrore della fabbrica della bellezza (I’ve made my bed, I’ll lie in it/I’ve made my bed, I’ll die in it).

Le ambiguità  sono sempre sullo sfondo: il rapporto di odio e amore che la lega con la “rivale” Kat Bjelland delle Babes In Toyland spinge Courtney Love ad allontanarla, accusandola di furto di immagine (“She Walks On Me”), per poi riavvicinarla a sè in un brano scritto a sei mani con il chitarrista Eric Erlandson (“I Think That I Would Die”). La frontwoman delle Hole sputa veleno sul femminismo punk delle Bikini Kill, del riot grrrl e della scena di Olympia (Well I went to school in Olympia/And everyone’s the same/What do you do with a revolution?, da “Rock Star”) ma poi colpisce come un pugno allo stomaco quando canta della sua condizione di donna in un contesto ““ quello grunge, naturalmente ““ dominato da macho ipersensibili (Eddie Vedder) ed eterni adolescenti afflitti dai sensi di colpa (Kurt Cobain).

Alcuni tra i brani migliori di “Live Through This” ““ “Violet”, “Asking For It”, “Jennifer’s Body” e la già  citata “Doll Parts” ““ trattano la questione femminile (e femminista, à§a va sans dire) in maniera decisamente forte ed efficace. Courtney Love non nasconde alcun aspetto della sua vita (poco) privata: dallo shock della maternità  al disprezzo per i tabloid, dalla tossicodipendenza agli abusi fisici e psicologici subiti persino dal pubblico dei concerti, dalla nostalgia per l’infanzia (“Gutless”) al terrore di vedere la figlia Frances Bean portata via dagli assistenti sociali (My baby’s in her arms/Crawling up her legs, da “Plump”).

Con questo capolavoro del grunge e dell’alt rock anni ’90 più in generale, la fresca vedova Cobain non si limitò al semplice togliersi sassolini dalle scarpe, nè al proverbiale mettersi a nudo, nè tanto meno alla classica valvola di sfogo: “Live Through This” è letteralmente il suono di una donna che si disintegra, si fa a pezzi per un pubblico assetato di musica (e gossip) e scompone in piccole parti il suo corpo di bambola. Tutto questo per uno scopo ben preciso: arrivare al cuore dell’ascoltatore, farlo emozionare e, perchè no, addirittura soffrire. Someday you will ache like I ache. Inutile dire che ci è riuscita.

Hole ““ “Live Through This”
Data di pubblicazione: 12 aprile 1994
Tracce:  12
Lunghezza: 38:16
Etichetta:  City Slang
Produttore: Paul Q. Kolderie, Sean Slade

Tracklist:
1. Violet
2. Miss World
3. Plump
4. Asking For It
5. Jennifer’s Body
6. Doll Parts
7. Credit In The Straight World
8. Softer, Softest
9. She Walks On Me
10. I Think That I Would Die
11. Gutless
12. Rock Star