Dal 6 marzo a Milano c’è un posto nuovo, un piccolo locale incastonato tra i Navigli e Ticinese, in Via Cicco Simonetta 14.

E’ una realtà  che nasce dalla passione e dalla necessità  di creare un luogo che dia spazio a trecentosessanta gradi alla cultura creando connessioni e visioni capaci di unire mondi differenti. Una libreria tematica che si trasforma da subito in luogo di contaminazione partendo dalle diverse personalità , conformazioni, background e passioni che hanno dato vita a Germi con un intento condi-viso“, si presenta così Germi-Luogo di Contaminazione.

Un circolo ACSI che in questi primi mesi di vita ha proposto laboratori di scrittura, workshop di fumetto, incontri con autori il tutto “passando attraverso i libri fondendo più linguaggi in un rapporto di scambio e apertura all’ascolto”.

La mia prima volta a Germi è stata un martedì pomeriggio di metà  aprile, ero in anticipo sull’orario di inizio previsto per il seminario si scrittura con Emidio Clementi. Ho ceduto al desiderio di vagare senza fretta tra le vie di un quartiere che non conoscevo, riscoprendo l’arte del flaneur, il piacere di osservare. Le case, i lavori in corso, le piccole attività  che popolano questo angolo di Milano. Mi sono fermata a chiacchierare con dei vecchi signori che giocavano a carte fuori dal bar dove avevo ordinato il caffè. Ho chiesto indicazioni ad una signora che rincasava con le borse della spesa e sono arrivata davanti al portone verde, al numero 14, di Via Cicco Simonetta.

Siamo abituati a transitare in nonluoghi, grandi spazi che ci troviamo ad attraversare come fantasmi, invisibili e inconsistenti a noi stessi e alle persone con cui ci scontriamo per sbaglio, senza interazione. Varcare la soglia di Germi è stato uno shock, di quelli positivi s’intende. Entrando colpisce il suo carattere: forte, intimo e famigliare. I sorrisi e la cortesia di Gianluca e Francesca, la cura con cui sono selezionati e ordinati i libri, il gusto squisito con cui sono disposte le sedie, le poltrone, il juke-boke. Le luci, il profumo dei libri, dei dischi, di vita che si respira.

Le tre ore con Emidio sono volate, parlando di letteratura e scrittura, ore di racconti, condivisioni e ascolti. La strada che ho ripercorso per tornare verso casa aveva colori nuovi. Io mi sentivo nuova. Il processo di contaminazione era iniziato. E’ stata un’emozione così forte e sorprendente che non potevo tenerla solo per me.

Ho  fatto una chiacchierata con Rodrigo D’Erasmo che insieme a Francesca Risi, Gianluca Segale e Manuel Agnelli, è l’ideatore di questo speciale “incubatore culturale”.

Ciao Rodrigo ti va di raccontarci com’è nata l’idea di aprire un luogo come Germi?

L’idea è nata da Gianluca Segale,  che è uno dei “quattro germi”, quasi due anni fa; mi ha parlato di questa sua intenzione, questo sogno di aprire una libreria. Sapevo che fosse un grande lettore, un grande appassionato di lettura ma non sapevo volesse diventare un libraio. Gianluca mi ha parlato di voler aprire una libreria particolare e tematica e di aver individuato il luogo prescelto nell’ex Cicco Simonetta. Un posto che, tutti e quattro “noi germi”, conoscevamo e avevamo frequentato ed amato, soprattutto a livello strutturale e di atmosfera. La cosa mi ha interessato immediatamente. Su consiglio di Cesare Basile, grande cantautore e nostro comune amico, è stata coinvolta Francesca  che è “saltata sulla sedia” elettrizzata e da lei siamo arrivati, per ultimo, a Manuel che ha aderito con altrettanto entusiasmo.  L’esigenza e il desiderio di tutti era quello di avere un “covo”, di tornare ad avere uno spazio da cui agitare, di nuovo e a modo nostro, culturalmente la città .

Invece della periferia avete scelto il cuore di Milano, un quartiere storico che conserva ancora una sua autenticità .

Si, assolutamente. Ti dico la verità , da milanese acquisito conoscevo poco questa zona, più per passaggio. Conoscevo meglio l’altro lato del Naviglio, quello più “pop”, diciamo così, che è anche quello più ibrido. Invece il quartiere dove siamo, come hai detto bene tu, ha mantenuto veramente dei connotati di autenticità  che sono abbastanza rari in una città  grande e contaminata come Milano. Si respira un germe di verità  molto potente, durante tutta la fase di ristrutturazione e di lavori allo spazio abbiamo avuto il modo di vivere questa autenticità  e di capire di aver scelto bene. Germi si è inserito nel tessuto del quartiere da subito, in modo molto naturale e ci piace molto il livello di solidarietà  e collaborazione che si è instaurato tra noi e le altre realtà  che ci sono. Ad esempio il Teatro i che è a due passi o lo stesso Ponkj che è un bar all’angolo, sono posti dove si cerca, partendo dall’aggregazione, di fare germinare qualcosa di sano, in un momento in cui la gente tende a stare a casa sul divano e comunicare da uno schermo. Il fatto di esserci fisicamente, di incontrasi e guardarsi negli occhi, scambiarsi opinioni credo sia senza dubbio una sorta di atto politico .

Germi – Luogo di Contaminazione. La contaminazione implica un contatto e oggi, viviamo un quotidiano dove spesso vengono alzati muri e barriere perchè il contatto fa paura e spaventa. Voi, partendo da un luogo piccolo, una libreria, lanciate un messaggio di apertura, molto forte e rivoluzionario.  

Beh mi fa molto piacere che tu la veda così, stiamo lavorando tanto affinchè Germi diventi un punto di riferimento transgenerazionale per il quartiere, e lo stiamo facendo cercando di variare molto le proposte dello spazio che è un laboratorio culturale, facendo vivere la libreria durante il giorno con workshop e seminari.  La provocazione nel 2019 è portare ragazzi molto giovani, così come nostri coetanei o persone più grandi a tornare a leggere dei classici come Gadda o Canetti. Anch’io lo sto facendo, grazie a Francesca che ha fatto una selezione di “imprescindibili”. La letteratura è talmente vasta che, anche se sei un lettore appassionato, tanti libri imprescindibili possono esserci sfuggiti. Poi tutta la parte di liberia tematica da cui siamo partiti, che sicuramente la rende più particolare e diversa dalle altre. Siamo partiti dalla musica, che è quello in cui siamo più ferrati, e in questo  Gianluca è stato bravissimo a fare la selezione di base. Ora stiamo implementando la parte di arte, di teatro e di cinema. E piano piano si stanno aggiungendo forze creando una rete, arrivano persone che iniziano a frequentare più assiduamente lo spazio e a portare loro idee e suggerimenti. Questo fa si che Germi si allarghi e, come dice il suo nome, inizi a contaminare sempre più gente e persone provenienti da mondi differenti. Questo è  il nostro auspicio.

Due mesi di vita e una programmazione fittissima che non si è chiusa in confini stabiliti di genere. Una programmazione che ha mirato all’eccellenza e ha centrato l’obiettivo.

L’intento della programmazione è di puntare altissimi a livello di qualità , mi fa piacere che lo abbia notato e apprezzato. L’obiettivo è quello di sorprendere e sorprenderci, quello che chiediamo alle persone è di portare qualcosa di speciale a Germi. E’ una richiesta, se vuoi,  anche un po’ presuntuosa ma ci sentiamo di poterla fare. In alcune circostanze  valgono i rapporti costruiti nel corso degli anni, che permettono, a me e a Manuel, di chiedere ad alcuni amici questo scambio speciale, anche loro, vengono ad agitare culturalmente lo spazio. Il bell’accordo che corre tra noi e gli artisti coinvolti è che, così come noi chiediamo a loro di portare qualcosa di speciale, stiamo dando a loro la possibilità  di osare, divertirsi, avere totalmente carta bianca, agire fuori dagli schemi di un qualsiasi spettacolo che porterebbero normalmente in scena. Se c’è un cantante in tour e normalmente sta promuovendo il suo album sa che da noi può venire a parlare di una sua passione segreta. Ad esempio,  Giovanni Succi  ha fatto un esperimento, parlando “a braccio” di Dante ed intervallando il tutto con alcune sue canzoni. E questo esperimento ha generato lo spettacolo che attualmente sta portando e porterà  in giro e che forse non avrebbe mai fatto. Questo livello di contaminazione, anche per gli artisti stessi, diventa molto affascinante e stimolante e ci fa molto piacere che stia succedendo. Stimolando le persone a fare quello che non avevano mai fatto si creano delle serate o degli incontri che vanno al di là  delle aspettative sia del pubblico che dell’artista stesso.

In futuro che Germi ci dobbiamo aspettare?

Come ti dicevo il nostro primo obiettivo è quello di ampliare ancora di più la parte che riguarda la libreria, vediamo che anche da un punto di vista di vendite le cose stanno andando molto bene questo significa che c’è fiducia da parte di chi viene, curiosità  .

Sicuramente è apprezzabile anche la scelta di puntare su una letteratura indipendente da Edizioni Sur a Minimum Fax, dalle Produzioni Nero al Saggiatore e pubblicazioni più alternative e underground come Agenzia X o Tsunami.  

Certo, come ti dicevo,  l’intento è cercare di sfruttare tutto lo spazio a disposizione per ampliare la parte numerica di titoli e di conseguenza i mondi della letteratura che si possono toccare.

Tornando alla domanda di prima, per quanto riguarda le attività  quello su cui puntiamo tanto è che lo spazio abbia una vita diurna sempre più forte. E’ naturale che un posto del genere, per i primi tempi, viva molto anche degli eventi. Ma Germi è prima di tutto una libreria, un posto di contaminazione, dove andare alle quattro del pomeriggio e incontrarsi, casualmente o no, con qualcuno e da lì far germinare qualcosa che si può trasformare in qualcos’altro.  La naturale prosecuzione della giornata che si trasforma in serata e mai in nottata, come sai chiudiamo presto, anche questa una scelta forte e precisa. I locali notturni già  ci sono e non c’era bisogno di un’ulteriore locale che viva di notte.

Qui sfondi una porta aperta, da anni dico che i concerti dovrebbero iniziare non oltre le nove di sera.

Addirittura prima, fare i concerti anche alle sette. Capisco che durante la settimana sia difficile però così come uno esce dall’ufficio e va a farsi l’aperitivo, può venire a Germi e fare un’aperitivo culturale. Tra l’altro puoi prendere un Negroni strepitoso perchè il nostro Marco Vezzali è un fenomeno. Abbiamo un Signor bar e un Signor barista.

Confermo .

Questa settimana c’è stato un compleanno importante per gli Afterhours, “Non è per sempre” ha compiuto vent’anni .

Ah si eh? Se lo dici tu io ho perso il conto, troppe celebrazioni negli ultimi anni.

Si, il 13 maggio. “Non è per sempre” è stato un disco di svolta, dove per la prima volta gli Aftrehours si contaminavano con l’uso dell’elettronica. Questo processo di contaminazione prosegue, tu e Manuel siete degli sperimentatori da anni, la dimostrazione che non ci si può fermare, forse non ci si deve fermare.

Se si è fatti in un certo modo, io e Manuel siamo fatti così, è impossibile smettere . La definizione sperimentatori magari può sembrare un po’ altisonante, sicuramente quello che siamo, prima di tutto come uomini e poi di conseguenza anche come artisti , è due persone molto inquiete, in continuo cambiamento, alla ricerca di un’evoluzione. E alla base di Germi c’è la stessa cosa, ogni volta che mettiamo piede a Germi, e lo facciamo spesso quando siamo a casa, ci parliamo costantemente e abbiamo costantemente voglia di cambiare qualcosa, di spostare l’asticella, di inventarci qualcosa di diverso , di nuovo . E lo stesso abbiamo sempre fatto nei nostri percorsi artistici e musicali. Il fatto di non sedersi mai, di non percepirsi mai compiuti, mai arrivati è una molla straordinaria per chi fa il nostro mestiere.

Se dovessi dare un consiglio a una persona che non è mai stata a Germi, cosa diresti?  

Bella domanda, proprio per godere dell’esperienza completa che può offrire il nostro piccolo incubatore gli direi di venire ad un orario intermedio, verso le cinque del pomeriggio, farsi accogliere da Francesca e Gianluca che sono l’anima nel quotidiano e sono splendidi, farsi consigliare un libro da entrambi e sedersi, facendosi coccolare anche da Marco, bevendo qualcosa a scelta. Di li a a breve, sicuramente, spunterà  qualcuno alla porta che verrà  a provare degli strumenti o andrà  a sistemare il proiettore.  Piano piano comincerà  a popolarsi lo spazio e nel giro di poco accadrà  qualcosa sul palcoscenico. Così è un modo di vivere Germi dalla stasi all’azione, facendo qualcosa all’interno dello spazio, dando vita allo spazio così come abbiamo sognato quando lo immaginavamo ancora nelle nostre teste, mentre finalmente adesso esiste.

Foto di Andrea Nicotra