Non molti artisti riescono ad attraversare mezzo secolo di carriera restando fedeli a se stessi, con la dignità  intatta e una genuina voglia di combattere. Mavis Staples quella voglia non l’ha mai persa memore della lezione imparata nei The Staple Singers, che generarono un bel putiferio quando passarono dal soul venato di gospel a ritmi più battaglieri complice la frequentazione assidua con Martin Luther King Jr. Oggi Mavis Staples è una splendida signora che ha celebrato i futuri ottanta anni con una serie di concerti chiamati “Mavis & Friends” a New York, Nashville e Los Angeles.

Ha collaborato con tutti la signora Staples (Gorillaz, Arcade Fire, Hozier, per non parlare dei tanti rapper che la citano spesso nei loro brani) e i suoi dischi solisti sono stati prodotti da Prince, Ry Cooder, Jim Tullio, M. Ward, Son Little fino al lungo sodalizio con Jeff Tweedy. In “We Get By” ad affiancarla e a scrivere musica e testi è Ben Harper. “Dobbiamo davvero cambiare se vogliamo che questo mondo sia migliore” ha detto Mavis Staples presentando l’album e quel cambiamento prova a auspicarlo fin dalla copertina, una riproduzione di “Outside Looking In” del fotografo e attivista Gordon Parks.

Il messaggio arriva forte e chiaro ribadito dalle note di “Change” che regalano alla voce baritonale e potente della Staples una veste più grintosa, propiziata da un blues elettrico che s’interroga sui mille significati della libertà  e sembra quasi riprendere il discorso iniziato in altri modi e tempi da Sam Cooke con “A Change Is Gonna Come”. Più classico e soul il tono di “Anytime”, col basso di Jeff Turmes in bella evidenza e la voce di Mavis che si intreccia con quelle delle backup singers C. C. White e Laura Mace. La title track è un duetto con Ben Harper, delicato e quasi pop. Trascinante “Brothers and Sisters”, dinamiche “Sometime” e “Chance on Me” col bell’assolo di Rick Holmstrom.

Le vere perle di “We Get By” comunque sono altrove. L’intensa e minimale “Heavy On My Mind” solo voce e chitarra elettrica non ha bisogno d’altro per toccare le corde giuste; in “Never Needed Anyone” e “Hard to Leave” la voce di Mavis Staples si fa sofferta e malinconica dimostrando di saper dare il meglio anche quando il ritmo si abbassa. “Stronger” tiene fede al titolo, un brano ritmato con la batteria di Stephen Hodges molto alta nel mix. “One More Change” chiude il cerchio, inneggiando con forza alla possibilità  di migliorare.

“We Get By” è un album di solido soul blues, che convince senza regalare particolari sorprese. La stima che Ben Harper prova per Mavis Staples è indubbia e l’esperienza fatta con Charlie Musselwhite e i Blind Boys Of Alabama l’ha aiutato a creare un disco che mette in risalto le qualità  di questa signora del soul. Miss Staples è portatrice di un messaggio d’impegno e ottimismo che può venire solo da chi ha vissuto una lunga vita e sa che cambiare è possibile.

Credit Foto: Myriam Santos